20 gennaio 2014
musica
ADDIO AL MAESTRO ABBADO.
Si è spento Claudio Abbado. E la cosa mi ha lasciato sinceramente
addolorato. Credo sia stato uno dei più grandi Direttori d'orchestra di
tutti i tempi. Ed anche umanamente, ritengo, sia stato un grande
personaggio. Il mio omaggio al Maestro che ci ha lasciati è questa
"Messa da Requiem" di Peppino Verdi da lui diretta.
| inviato da Nathan 2000 il 20/1/2014 alle 9:21 | |
17 ottobre 2013
musica
SETTE NOTE PER ACCOMPAGNARE IL SILENZIO INTERIORE.
Per caso ti capita di incontrare, per le vie televisive, un artista come questo Francesco Grillo... che ti fa pensare ai compositori Russi (orientali in genere), magari indulgendo a sonorità classiche come quelle di un Debussy o anche uno Chopin. E ti rendi conto che, comunque, ha un'originalità anche contaminando la classicità col Jazz. Ecco, in questi momenti in cui interiormente imperversa il silenzio, queste sette note combinate così magistralmente, mi fanno soltanto bene. Buon ascolto a tutti.
10 gennaio 2013
CULTURA
IL MONDO CAMBIA SE SIAMO NOI A CAMBIARE.
Oramai penso di aver già detto più volte (qui e altrove) che Facebook mi pare diventato (ove mai non lo fosse da sempre) un luogo in cui abbondano nevrotici di ogni risma. Bazzicando la Home (e anche tante bacheche), è tutto un fiorire di pensieri (profondi o leggeri poco importa) che hanno, però, una sola peculiarità: autoreferenziali!!! Lo so che questo mi attirerà una serie di critiche e (probabilmente) in parecchi potrebbero risentirsi per questa mia "sentenza". Ma sono convinto di ciò che ho appena affermato. Opinione mia, ovviamente... ma le opinioni, si sa, si formano dopo aver fatto delle analisi (più o meno profonde). Oggi, chiacchierando con un collega, si parlava di Gaber, della sua attualità (oserei dire chiaroveggenza). Ma anche Pasolini è di un'attualità disarmante. E l'elenco potrebbe continuare, ma mi fermo a questi due perché mi pare che siano già sufficienti a chiarire dove voglio arrivare (oltre ad essere tra i miei preferiti). In tanti si affannano a riproporre su Facebook citazioni varie. E le citazioni non sarebbero un male di per sé, se queste fossero seguite da una serie di "fatti" che, in qualche modo, servissero ad applicare le idee di chi si cita. Purtroppo ho notato che la maggior parte delle persone che "citano", alla fine si fermano a quello!!! Senza, magari, passare dalla teoria alla pratica. Sembra che la Rete sia diventata una piazza nella quale discutere di tutto e di tutti... ma, a differenza della piazza, difficilmente si passa dall'idea all'azione. Prova ne sia la miriade di eventi organizzati da singoli o gruppi, che raccolgono una marea di "Parteciperò". Salvo, poi, vedere che alle manifestazioni applicate nella vita reale, il numero di partecipazioni è molto al di sotto delle più nefaste aspettative. Ovvio che il problema non è soltanto del mondo "virtuale" di Facebook... anche nella vita reale, chiunque voglia organizzare un evento, una manifestazione o qualunque attività, deve scontrarsi con la poca voglia (per non dire apatia) della gente. Insomma: la vita reale ha disilluso tantissime persone... e quelle disillusioni si sono trasferite nel mondo virtuale, lasciando a chi sta ad una tastiera, o davanti ad un monitor o con tra le mani uno smartphone, l'illusione di poter operare una rivoluzione di un mondo che non ci piace più. Ma non mi stancherò mai di ripetere che per cambiare il mondo, bisognerebbe cominciare a cambiare il nostro personale atteggiamento nei confronti del mondo. Perché... va anche bene prendere a modello gli insegnamenti di Gaber, o di Pasolini o di Gandhi. Ma se li si prende, li si impara a memoria e poi non li si mette in pratica, anche la citazione, poi, diventa un affare sterile, che non serve a nessuno. Ma, forse, esiste anche un'altra illusione: che diffondendo certi modi di concepire il mondo, questo possa essere cambiato dalle moltitudini (?) di persone che si imbattono in questi modi di concepire 'sto benedetto mondo! Insomma: come al solito, siamo alla "delega" a qualcuno per riuscire a cambiare le cose... perché la disillusione personale è troppo forte. Ma se invece di disillusione si trattasse di pigrizia? Insomma, visto che ho parlato di citazioni, voglio concludere questo mio post con la citazione seguente:
Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo (Mohandas Karamchand Gandhi).
Insomma: Il mondo cambia se siamo noi a cambiare. E per cambiare, c'è bisogno che ognuno di noi cominci a fare qualcosa per il mondo.
facebook
gaber
pasolini
gandhi
| inviato da Nathan 2000 il 10/1/2013 alle 21:18 | |
11 gennaio 2009
musica
"FABER" FABRIZIO... SEMPRE CON NOI.
Dieci anni fa, quando la notizia arrivò, ero sul treno diretto a Bologna (da Reggio Emilia, dove abitavo all'epoca). E' stato come ricevere un pugno sullo stomaco... Fabrizio De André non ci avrebbe più regalato la sua poesia! Per me, che ero cresciuto a pane e De André, era un colpo troppo pesante. Ma con gli anni ho scoperto che nelle sue canzoni (poesie) c'era sempre qualcosa di nuovo da scoprire. Inutile dire che mi manca tanto; credo che manchi a tantissime persone che, come me, l'hanno amato alla follia. Chi ci è rimasto, di grandi poeti, oggi? Forse Francesco Guccini (altro grande poeta che amo alla follia). Ma Faber aveva anche una grande propensione alla ricerca musicale (poesia anche quella) che in pochi avevano ed hanno nel nostro panorama artistico.
Voglio ricordarlo, forse un po' diversamente da come si farebbe, con un brano che, a mio parere, esprime tutta la poetica di Faber, tutta la sua voglia di parlare di emarginati e personaggi "selvatici" (che mi ricordano i personaggi "selvatici" descritti da Giovanni Verga nelle sue novelle): Il brano ha per titolo Dolcenera! Buon ascolto a tutti.
7 maggio 2008
letteratura
QUANDO LA MAFIA NON ESISTE!
Ma cosa diavolo vorranno questi preti? Oltretutto facendosi spalleggiare anche da due non credenti! Invece di stare là, al proprio posto, a presidiare un pulpito, un altare; invece di occuparsi del proprio gregge, dispensando consigli e precetti; invece di fare solo, ed esclusivamente, gli interessi della “ditta”. Nulla di tutto questo! Questi preti hanno tutta l’intenzione di fare politica. Invece di distribuire pater, ave e gloria, parlano di mafia!?! Ma cosa si sono messi in testa? Creano associazioni anti usura, anti criminalità, presenziano a convegni, scrivono libri (udite udite) che non parlano di Vite di Santi, o della storia dei paeselli sperduti di qualche angolo sconosciuto della propria regione, no… Scrivono libri sulla mafia!!!
Questo potrebbe essere il discorso indignato di qualche bigotto moralista, fanatico dell’ordine; di quelli che pontificano (si prenda questo termine in senso dispregiativo, please) di persone che devono rimanere al proprio posto, a ricoprire un ruolo monolitico, senza mai, dico mai, provare neppure ad uscire dal seminato. O potrebbe essere il discorso di chi si sente minacciato dall’attivismo di questi preti di frontiera: Come si permette Don Marcello Cozzi di scrivere di una società, quella lucana, che nulla ha a che spartire con altre realtà regionali… magari confinanti?

Per fortuna vi sono questi preti di frontiera! E cominciano a riempire i teatri (ieri sera, il Cine-Teatro Don Bosco era ben colmo) a scuotere le coscienze della gente.Due preti, Don Luigi Ciotti, “capo supremo” dell’associazione LIBERA e Don Marcello Cozzi, referente dell’Associazione LIBERA BASILICATA. Affiancati da due non credenti dichiarati (e impenitentiJ): il giornalista di Rainews24, Maurizio Torrealta e l’ex Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Francesco Forgione.

Che accidenti facevano, questi quattro signori, sul palco del Don Bosco? Beh, ieri sera c’era la presentazione del libro di Don Marcello (una fatica immane… quasi 500 pagine), dal titolo “QUANDO LA MAFIA NON ESISTE – Malaffare e affari della Mafia in Basilicata”. Maurizio Torrealta faceva, diciamo così, da relatore. La prefazione del libro è di Francesco Forgione, che ha voluto partecipare al lavoro di Don Marcello avendo alle spalle un’esperienza, sia pur breve, di presidente della Commissione Parlamentare Antimafia e, quindi, era la persona più indicata per una prefazione che fosse autorevole. Non voglio soffermarmi sulle parole di Torrealta e di Forgione se non per sottolineare che entrambi hanno voluto soffermarsi sulla “Basilicata isola felice” affermando anche loro quanto Don Marcello va ripetendo da anni: Uno stereotipo che gli avvenimenti che si sono succeduti negli anni hanno impietosamente reso, appunto, solo uno stereotipo (in senso negativo), per giunta non rispondente alla realtà. Alla serata ha partecipato anche, a sorpresa, la giornalista di Rai3, Federica Sciarelli, che ha saputo, con un pizzico di ironia, sottolineare come il personaggio Don Marcello Cozzi sia, per l’estabilishment, un personaggio scomodo. Sull’intervento di Don Luigi Ciotti mi soffermerei un po’ di più. Sottolineerò, ovviamente, il suo definire la fatica letteraria di Don Marcello come un atto d’amore per il suo popolo. Ma l’intero suo intervento è stato un susseguirsi di importanti citazioni; a cominciare dall’idea di Don Bosco di andare in giro per la sua città a “raccattare” i ragazzi di strada, per farne dei Cittadini (cives); continuando con la missione di Don Milani, di dare sì un’istruzione ai suoi ragazzi ma, soprattutto, di dire SEMPRE loro la Verità: sia che ciò seguisse i dettami della “ditta” (leggi gerarchie ecclesiastiche), sia che non seguisse tali dettami. Il momento più importante dell’intervento di Don Luigi è stato quello in cui ha voluto, con forza, sottolineare come l’impegno di un sacerdote a favore dei suoi parrocchiani e contro la criminalità, troppo spesso, è finito con l’eliminazione fisica del ministro di Dio… la citazione di Don Giuseppe Diana, per tutta la sua vita impegnato a strappare i ragazzi alla Camorra, è stata, per il sottoscritto, la più toccante. Perché? Semplicemente perché ha sottolineato come la strategia della criminalità organizzata sia spietata con chi cerca di contrastarla. Dopo l’assassinio del sacerdote campano, venne scatenata una campagna di stampa diffamatoria nei suoi confronti. E Don Luigi ha voluto sottolineare tutto ciò: la criminalità non ha nessuna pietà per i propri nemici; e punta alla distruzione totale di chiunque abbia osato opporvisi. Ma il momento che più mi ha impressionato dell’intervento del responsabile di Libera è stato quello in cui ha voluto sottolineare come lui, da molto tempo, non parla più di Società Civile, preferendo parlare di Società responsabile. Vado un po’ a memoria, ma mi pare che la massima enunciata ieri sera sia stata la seguente: Ognuno deve assumersi la sua quota di responsabilità, Norberto Bobbio diceva che "la democrazia vive di buone leggi e buoni costumi", noi chiediamo allo stato di fare buone leggi, ma come cittadini abbiamo il dovere di assumerci le nostre responsabilità. E ciò mi trova d’accordo! Passiamo a Don Marcello. Voglio soltanto sottolineare la cosa più importante scaturita dal suo intervento: con il suo libro ha voluto stigmatizzare il fatto che, per quanto si sia voluto fare negli anni, il fenomeno criminalità organizzata, in Basilicata, è più presente di quanto non si voglia far credere. Il suo libro sottolinea come, nella nostra regione, vi sia stata una fase in cui minuscoli gruppuscoli di criminalità si muovessero in ordine sparso… e come, da un certo momento in poi, tali gruppuscoli abbiano fatto un salto di qualità, cercando alleanze con le organizzazioni criminali delle regioni vicine; e come, da quel momento, nulla nella nostra regione, sia più come prima!
Insomma, vale la pena di acquistare il libro, leggerlo e farsi un’idea un po’ più ampia della situazione della nostra regione. Concludo con un’altra citazione illustre venuta fuori dalle labbra di Don Ciotti; è del Giudice Rosario Livatino: “Non ci verrà chiesto se siamo stati credenti, ma credibili”. Le persone sul palco, ieri sera, sono credibili. Dobbiamo far sì che tutta la società Civile, diventi Società responsabile e, quindi, credibile.
Per saperne di più vi rimando anche al blog del mio compagno di merende Astronik.
Anche gli amici del blog Fandorin (che linko immediatamente), hanno scritto del libro!
18 aprile 2008
arte
INIZIATIVE ARTISTICO-CULTURALI.
Sono lieto di aderire e diffondere l’iniziativa di LucaniArt Magazine che bandisce un Concorso Letterario per una selezione antologica dal titolo “LUOGHI E VOLTI DI BASILICATA”. Ciascun autore è invitato a rappresentare, attraverso le proprie corde interiori ed emotive, l’odierna realtà territoriale lucana. Le informazioni relative al concorso sono illustrate con il seguente post.
Sempre pensando ai pellegrini di passaggio sul mio blog, lascio ancora un po' di musica a ristoro dell'anima (Garbage: Milk). Buon ascolto!
8 febbraio 2008
CULTURA
Lectura Dantis

Ieri sera mi sono goduto Roberto Benigni e il X canto dell’Inferno di Dante. Orario improbabile, quello delle 23,30…. ma la cultura, a casa RAI è, oramai, un prodotto di nicchia! Eppure, da quello che leggo sui giornali, la lettura del canto, per l’ora in cui viene messo in onda, è programma seguitissimo! Segno che, ad una non irrilevante parte degli italiani, interessa ancora riuscire a “conoscere la nostra storia , la nostra letteratura”. E a notte fonda, mentre mi rigiravo nel letto in attesa della agognata visita di Morfeo, mi sorprendevo a riflettere sull’analisi fatta da una delle tante società di rilevamento degli ascolti TV in occasione del primo esperimento che si tentò, qualche tempo fa, proprio con Benigni, di Lectura Dantis: mi pare di ricordare che il titolo del programma fosse “L’ultimo del Paradiso”. L’attore toscano si destreggiò alla grande in una performance televisiva fatta di gags, satira, dileggio dei costumi italici, punzecchiature a destra e a manca…. ma il risultato sorprendente, alla fine della serata, fu che il picco di ascolto venne raggiunto al momento di commentare e leggere il XXXIII Canto del Paradiso! Come si spiega tutto ciò? A livello razionale, mi sento di affermare quanto segue: Benigni, in fondo, è un buon attore; ma chi, come me, ha potuto gustare la lettura dei Canti Danteschi ad opera di Mostri Sacri come Vittorio Gassmann, o Carmelo Bene, apprezza tanto l’impegno dell’attore toscano, ma non ritiene Benigni dotato di una forza interpretativa che lo possa portare nell'Olimpo degli interpreti leggendari di Dante.... questo, mi ripeto, a livello razionale e distaccato. Eppure, a fronte della potenza interpretativa di un Gassmann o di un Bene, Roberto Benigni, che potente dal punto di vista dell’interpretazione non è, mi lascia senza forze e senza fiato, dopo la lettura…. beato e sereno, quasi in catarsi compiuta! E mi sono domandato, più volte, il perché. E mi sono risposto nella maniera più ovvia che fosse possibile!
Benigni è un professore che ti regala Dante, che lo ha fatto suo, lo ha studiato, gustato, amato, scomposto in fattori primi (perdonatemi la divagazione matematica), reso semplice ai suoi occhi ed alla sua mente…. per poi donarcelo, a prezzo di realizzo, per il semplice gusto di farcelo assaporare per quello che è: “Un Genio della Poesia, un maestro della letteratura che ci aiuta a scavare dentro di noi alla ricerca delle nostre più basse miserie e delle nostre più alte nobiltà! Roberto Benigni è il professore che si è nutrito della materia, che la ha amata in maniera viscerale, che ha fatto all’amore con la poesia di Dante perché aveva voglia di scavare dentro di sé come aveva fatto Dante nel corso della sua vita. E che, alla fine, avendone avuto dei benefici incalcolabili, ha deciso di renderci partecipi della sua esperienza.
 E, dopo aver scoperto ciò, dico: “Grazie, prof. Benigni, per la bella lezione sul sommo poeta. Abbiamo bisogno di insegnanti come te! Abbiamo bisogno di nutrire la nostra anima con alimenti nutrienti e genuini…. è un piacere essere serviti in tavola come fai tu. Grazie per il bel Regalo!”
E mi fa tanto male che, nel nostro paese, che ha dato i natali a Dante, Petrarca, Boccaccio, Foscolo, Leopardi, Carducci, Pascoli e D’Annunzio, io debba scoprire ciò che è riportato QUI
N.B. Le immagini riportate in questo post sono state prelevate da internet. Qualora ve ne fosse richiesta, verranno rimosse.
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