9 aprile 2015
diritti
RIVOLUZIONI FARLOCCHE.
Vado sul sito dell'agenzia delle entrate per verificare questa
"FANTASMAGORICA" innovazione nel campo delle dichiarazioni dei redditi
che va sotto il nome di Modello 730 precompilato più spinto dalla curiosità per l'ennesimo annuncio di questo sedicente Governo del Fare (che, più passa il tempo, e più assomiglia ad un Governo di "Fatti")
che non da altre motivazioni. Ed ecco che subito capisco che l'ennesima
fregatura (voglio mantenermi nei limiti della decenza) è stata servita
in tavola agli italiani contribuenti. Ho "fotografato" la pagina
relativa al tema in questione:
Alla
lettura, attenta, di ciò che viene riportato sul sito dell'Agenzia
delle Entrate, subito si rivela "l'arcano": questo benedetto modello 730
precompilato, posso presentarlo così com'è, senza apportarvi modifiche,
e allora tutto mi andrà bene, perché non sarà effettuato alcun
controllo sulla mia dichiarazione. Qualora io, invece, volessi portare
delle modifiche, che so?, spese mediche, spese deducibili per prodotti
assicurativi, spese sostenute per la ristrutturazione della mia
abitazione (anche queste scaricabili al 50 %) o per l'efficientamento
energetico (scaricabili al 65 %) e chi più ne ha, più ne metta, sarei
sotto la spada di Damocle del controllo. Ora, premesso che è da quando
sono contribuente che l'Agenzia delle Entrate ha deciso di controllare
il mio "Modello Unico" (quando ero libero professionista) e 730 (da
quando sono diventato dipendente pubblico), questa storia mi suona come
una velata minaccia a lasciare "il mondo come sta". Viviamo in un
sistema Paese che, dal punto di vista erariale, parte dalla presunzione
di colpevolezza del cittadino contribuente, che dovrà farsi carico
dell'onere della prova a sua discolpa... e come se non bastasse, si
rende il tutto ancora più insopportabile con velate minacce. Sono da sempre uno che osteggia e osteggerà il sedicente Presidente del
Consiglio (che non nomino perché mi irrita finanche il suo nome), perché
lo ritengo un venditore di fumo, un treccartaro. Uno che fanfaroneggia
di rivoluzioni digitali e rivoluzioni in generale, di rottamazioni e di
interessi degli italiani e che, alla fine, si scopre quello che ho
appena detto; un treccartaro. Comunque sappia, il costui e coloro che
hanno avuto la bella pensata di questo 730 precompilato, che il
sottoscritto non farà condoni fiscali a chi si succhia fino all'ultima
goccia di sangue dai cittadini. Modificherò la dichiarazione perché ho
speso dei soldi dal dentista, da medici specialisti, per assicurazioni e
via di questo passo. E non ho nessuna intenzione di recedere da questa
mia decisione. Purtroppo, però, già so che in tanti, letta la velata
minaccia, si porranno qualche dubbio e, magari, decideranno, per quieto
vivere, di "condonare" al fisco ciò che, per diritto andrebbe loro
restituito. Spero che non siano in tanti, perché, a dire il vero, io
sono stufo delle Rivoluzioni Farlocche... e spero che, come me,
lo siano altri milioni di italiani che certa cialtronaggine prestata
alla politica ha ridotto in miseria.
8 luglio 2013
ECONOMIA
UN SISTEMA CHE PREMIA CHI AGGIRA LE REGOLE?
Perché mi diverte ascoltare le disquisizioni sull'abrogazione dell'IMU? Semplicemente perché, a conti fatti, se è vero che l'80 % degli italiani è proprietario di casa, esiste un buon 20 % che, invece, vive in affitto. Ora, esiste una possibilità di avere delle agevolazioni per il semplice fatto che si tira fuori dei danari per avere un tetto sulla testa? Diciamo che sì, esiste: basta avere un reddito "complessivo" (vale a dire lordo) non superiore a 15.000 euro per avere un rimborso forfettario di 300 euro all'anno, e un reddito non superiore a 30.000 euro per avere un rimborso forfettario di 150 euro all'anno. E questo, indipendentemente dalla consistenza del canone d'affitto che si paga. Per esempio: per un reddito annuo di 15.000 euro, ho diritto a 300 euro di rimborso sia che il mio canone annuo sia di 1.000 euro, sia che io paghi 6.000 euro. Tutto ciò, per me, è una enorme ingiustizia!!! Che si va ad aggiungere all'enorme ingiustizia del fatto che il reddito che si va a prendere in considerazione sia il "lordo". Perché, a conti fatti, se uno prende 15.000 euro lordi all'anno, nella migliore delle ipotesi, avrà un reddito netto di 10.000 euro (e mi sono mantenuto generoso). E il canone d'affitto, intendiamoci, lo pago con quello che ho a disposizione (netto) e non con ciò che dice la mia dichiarazione dei redditi (lordo). Quindi, chi ha pensato ad una sorta di rimborso per "chi paga l'IMU ogni mese" (perché chi vive in affitto, sborsa ogni mese una congrua cifra per non rimanere all'addiaccio), non ha avuto una grande idea. Perché, a parità di reddito, ma con canoni di affitto differenti, alla fine il rimborso è uguale. Fanno bene coloro che non registrano contratti di locazione, e contrattano fitti "in nero" per rimediare dei risparmi che consentano di riuscire a mangiare. Insomma, con questo esempio, voglio sottolineare che, alla fine, il sistema di questo paese è semplicemente un sistema che premia chi aggira le regole!!! O no?
affitto
imu
| inviato da Nathan 2000 il 8/7/2013 alle 9:27 | |
19 ottobre 2010
diritti
La Prof.ssa Albina Colella a capo dell’associazione per la tutela della salute.
Con grande piacere, pubblico il comunicato stampa della neonata associazione (di cui mi onoro di far parte) e già pubblicato sul Quotidiano della Basilicata.
E’ nata a Potenza l’associazione per “la tutela della salute
Basilicata” che ha la finalità di promuovere la salvaguardia e la tutela
dell’ambiente e della salute dei cittadini. Alla luce delle sempre
più frequenti denunce che si levano sullo stato dell’inquinamento del
territorio lucano e sul record di malattie tumorali in Basilicata,
l’Associazione si prefigge di fare chiarezza su tali allarmismi, di
capire quello che realmente accade e di fornire una sintesi efficace
semplice ed immediata fruibile ai cittadini. Allo scopo l’Associazione
promuove la verifica che i parametri di impatto sull’aria, , suolo
rientrino nei limiti di norma e verifiche eziologiche dei dati
epidemiologici. L’Associazione inoltre: 1) intende agire civilmente per
la tutela, la salvaguardia e la conservazione del diritto alla salute
dei cittadini che risiedono, lavorano, dimorano in Basilicata; 2) si
propone di dare la massima collaborazione ad enti ed organismi
locali,regionali, nazionali e internazionali e interagisce con comitati,
associazioni e persone fisiche o giuridiche; 3) promuove azioni di
comunicazione; 4) esercita funzioni di sorveglianza e sdtimolo.
Presidente dell’associazione é stata eletta Albina Colella professore
ordinario di Geologia dell’Università della Basilicata. Tra i soci ci
sono esperti in ingegneria, geologia, chimica, biologia, medicina
dell’ambiente nonché avvocati, giornalisti e ufficiali di polizia
esperti in reati in materia ambientale. Le iscrizioni sono aperte a
tutti coloro che siano effettivamente sensibili e attenti alle
problematiche e siano pronti anche ad impegnarsi in una logica di
servizio sociale, mettendo a disposizione la propria professionalità e
tempo.Per iscrizioni si può fare riferimento al sito facebook e alla
mail colella@horatiocat.com. La mia speranza è che questa associazione possa crescere tanto...
1 settembre 2010
LAVORO
FIAT SATA E FABBRICHE ITALIA VARIE.
Pubblico un post che ho scritto sul blog del Comitato no oil lucania
Dal sito istituzionale della Regione Basilicata (che con la nuova veste sembra funzionare a singhiozzo) copio e incollo il seguente articolo
Fiat, Navazio (Ial): “Marchionne mi ha convinto”.
30/08/2010
ACR“Con franchezza affermo che Sergio Marchionne mi ha convinto. E non mi spaventa il giudizio che scatenerà tale affermazione”. E’ quanto afferma in una nota sul caso Fiat il capogruppo di “Io amo la Lucania” in Consiglio regionale, Alfonso Ernesto Navazio, a parere del quale l’incipit che l’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne ha pronunciato giorni fa a Rimini al meeting di Comunione e Liberazione (“Quello che ho sempre cercato di fare, a costo di passare per rude, è parlare in modo chiaro e diretto, senza la presunzione di avere la verità in tasca, ma con la convinzione che l’onestà intellettuale sia il modo migliore per dare il proprio contributo e compiere insieme passi avanti”), “sprona tutti noi ad assumere atteggiamenti che permettano, senza calcoli politici, di dire ciò che realmente si ha in testa”.
“Separare i fatti dalle opinioni – aggiunge Navazio - è sempre più difficile nel mondo in cui viviamo. I vari soggetti politici, economici e sociali, tutti portatori di interessi generali, tuttavia, si fanno portatori di illusioni, si fanno paladini di una battaglia che si rinnova e si ridefinisce continuamente ma che ha un solo unico scopo”.
“Fa impressione, invece, che Fiat raccolga apprezzamenti, complimenti e consensi tra i lavoratori statunitensi – afferma ancora l’esponente politico - ed i loro rappresentanti sindacali tanto da affidare a Marchionne quota parte della dote dei fondi pensione e qui, in Italia, il progetto Fabbrica Italia non ha trovato un benché minimo apprezzamento. O non è stato compreso il progetto o c’è malafede. Non ci sono molte aziende (italiane) che investono in Italia qualcosa come 20 miliardi di euro. Viviamo un’epoca di cambiamenti rapidissimi che possono essere interpretati e affrontati soltanto grazie a schemi culturali e mentali che superino ed abbandonino i modelli purtroppo applicati negli anni settanta.
“I nostri sindacati avrebbero investito il loro fondo pensioni?”, si domanda ancora Navazio, per il quale invece “si preferisce lo scontro fra capitale e lavoro. Si richiamano i distinguo tra forza - lavoro e lavoro. Il lavoro assume, persino, carattere antagonistico (come si interpretava un tempo)”.
A parere di Navazio “non è uno spettacolo decente il peregrinare tra vari dibattiti dei tre protagonisti ribadendo ciò che la magistratura ha già accertato. Come dice qualcuno accade che su questioni più o meno importanti si possa assistere al confronto fra opinioni tutte poste sul medesimo piano, come se si trattasse di gusti personali. Ed è completamente scomparsa l’idea che sulle questioni di fatto non contano le opinioni ma le prove esibite da soggetti imparziali e competenti. C’è una tale schizofrenia in giro che si perde il contatto con la realtà e si dà retta, solo, ai luoghi comuni. La babele delle opinioni che investe quotidianamente questo o altro accadimento, il voler a tutti costi dimostrare una solidarietà (più di facciata il più delle volte), il voler separare anziché unire comporta una visione lacerante e demagogica della società. Piace lo scontro. C’è sempre qualcuno che interpreta l’antagonismo come un mezzo. La declamata globalizzazione, la libera circolazione delle idee nel mondo internettiano hanno reso l’idea di un mondo che non è libero”.
“Nel nostro paese – conclude Navazio - l’industria automobilistica è alle soglie di una sfida epocale con il resto del mondo. O capiamo questo o risulterà difficile andare avanti. E’ tempo di intraprendere un atteggiamento sfidante che sferzi l’autoreferenzialità della provincia Italia e il mondo di ieri delle sue classi dirigenti. Occorre che la maggioranza degli uomini e delle donne, quelli silenziosi, quelli che ti fanno capire che sono stufi di questi conflitti, quelli che vogliono vivere legati ad una quotidianità che non banalizzi il loro essere, escano allo scoperto. E’ tempo che si ritiri la delega inconsapevolmente rilasciata”.
Insomma, abbiamo idea di dove il movimento “IO AMO LA LUCANIA” vuole andare a parare. Ma, per completezza di informazione qui si può trovare l’intervento integrale dell’AD FIAT, Marchionne.
Riportiamo alcuni stralci del suo intervento:
“A volte ho l’impressione che gli sforzi che la Fiat sta facendo per rafforzare la presenza industriale in Italia non vengano compresi oppure non siano apprezzati intenzionalmente. La verità è che la Fiat è l’unica azienda disposta a investire 20 miliardi di euro in Italia, l’unica disposta a intervenire sulle debolezze di un sistema produttivo per trasformarlo in qualcosa che non abbia sempre bisogno di interventi d’emergenza. Qualcosa che sia solido e duraturo, da cui partire per immaginare il futuro. La verità è che questo sforzo viene visto da alcuni con la lente deformata del conflitto. Non siamo più negli Anni Sessanta. Non è possibile gettare le basi del domani continuando a pensare che ci sia una lotta tra “capitale” e “lavoro”, tra “padroni” e “operai”. Se l’Italia non riesce ad abbandonare questo modello di pensiero, non risolveremo mai niente. Erigere barricate all’interno del nostro sistema alimenta solo una guerra in famiglia. L’unica vera sfida è quella che ci vede di fronte al resto del mondo. Quello di cui ora c’è bisogno è un grande sforzo collettivo, una specie di patto sociale per condividere gli impegni, le responsabilità e i sacrifici e per dare al Paese la possibilità di andare avanti”.
Che sembrerebbe un voler rimarcare che nel nostro paese esiste ancora un problema di “Lotta di Classe” di Marxiana memoria a lasciare un sistema produttivo e industriale italiano debole e assolutamente non competitivo rispetto ad altri paesi. Il che, ovviamente, rappresenta un’opinione… ed in quanto opinione, mi si consenta la battuta, è altamente opinabile. Ovviamente non ci è sfuggita un’altra dichiarazione che, precedentemente al richiamo alla guerra tra padroni e operai, viene fuori dal “cilindro” di Marchionne; è la seguente:
“La crisi ha reso più evidente e, purtroppo, per molte famiglie, anche più drammatica la debolezza della struttura industriale italiana. La cosa peggiore di un sistema industriale, quando non è in grado di competere, è che alla fine sono i lavoratori a pagarne direttamente – e senza colpa – le conseguenze.
Quello che noi abbiamo cercato di fare, e stiamo facendo, con il progetto “Fabbrica Italia” è invertire questa rotta. Il piano, presentato quattro mesi fa, dimostra il nostro impegno per concentrare nel Paese grandi investimenti, per aumentare il numero di veicoli prodotti in Italia e far crescere le esportazioni. Per realizzare questo progetto è assolutamente indispensabile colmare il divario competitivo che ci separa dagli altri Paesi e portare la Fiat a quel livello di efficienza necessario per garantire all’Italia una grande industria dell’auto e a tutti i nostri lavoratori un futuro più sicuro. Conosciamo bene le regole dei mercati. Il loro andamento è determinato dalla domanda e dall’offerta, e trovano il loro equilibrio all’incrocio di queste due funzioni. Nella ricerca di questo equilibrio, non adottano principi etici e non sono condizionati da fattori o legami emotivi. Se lasciassimo il mercato libero di agire, alla sua maniera, le prospettive per la Fiat in Italia non sarebbero buone”.
Il richiamo alle regole dei mercati la dice lunga sulle intenzioni di Marchionne: Il mercato sopra ogni cosa (la lotta di classe, precedentemente richiamata, va a farsi benedire: il mercato è al di sopra dei padroni e degli operai). E, in nome del Dio Mercato, passa un messaggio subliminale inquietante: LA COSA PEGGIORE DI UN SISTEMA INDUSTRIALE , QUANDO NON È IN GRADO DI COMPETERE, È CHE ALLA FINE SONO I LAVORATORI A PAGARNE DIRETTAMENTE E – SENZA COLPA – LE CONSEGUENZE.
L’affermazione contiene un messaggio profondo (molto profondo): in nome della competitività e del mercato, necessita una riforma del sistema produttivo. E se non si attua questa riforma, le cose sono destinate a danneggiare soprattutto i lavoratori, perché le fabbriche sono costrette a chiudere o ad essere spostate in paesi nei quali questa riforma è attuabile.
Insomma: un sistema produttivo che “privilegia” i lavoratori invece della competitività, è destinato a soccombere! Ecco che, a questo punto, saltano fuori affermazioni del Ministro Tremonti che, con disinvoltura massima, dice che “La legge 626 è un LUSSO che non possiamo permetterci” (basta cliccare qui per avere più informazioni in proposito). Il ministro smentisce se stesso, affermando di essersi riferito alla giurisdizione europea, non alla sicurezza. Intanto, però, il messaggio è passato: Sicurezza, diritti acquisiti dopo decenni di lotte serrate, sono un LUSSO.
Ecco che, a questo punto, a differenza del Consigliere Navazio, possiamo affermare che il discorso di Marchionne non ci convince affatto!!!
Forse perché siamo dei romantici idealisti e fondamentalisti? No, affatto: crediamo, semplicemente, che il Dio mercato non può essere il pretesto per far passare in secondo piano l’Uomo e il lavoratore. E se la dichiarazione di intenti di Marchionne quando dice “Quello di cui ora c’è bisogno è un grande sforzo collettivo, una specie di patto sociale per condividere gli impegni, le responsabilità e i sacrifici e per dare al Paese la possibilità di andare avanti” intende riferirsi ad una vera e propria condivisione, ad un vero e proprio patto sociale col quale TUTTI (quindi anche i consiglieri d’amministrazione e gli azionisti) debbano condividere i sacrifici, allora si può anche discutere e mettersi ad un tavolo per trovare la strada migliore. Se i sacrifici toccano (come sempre è accaduto) solo agli operai, ai lavoratori svuotati della loro componente umana e trasformati in freddi numeri beh… allora non ci siamo proprio!!!
Ah, per concludere: a proposito dell’ultima frase del comunicato di Navazio, possiamo affermare che, in linea di massima, siamo d’accordo. Ma decenni di “voto affidato”, di “deleghe in bianco” (leggasi metodo clientelare) sono difficili da sradicare. Anche noi ci battiamo perché il cittadino, quello che se ne sta silenzioso, riesca, quanto prima, a liberarsi dal “guinzaglio” che i politici gli hanno messo, e possa, finalmente, scegliere sulla base di programmi e non di “favori” da ricevere.
Meditiamo gente, meditiamo!
5 febbraio 2009
diritti
APPELLO DEL COMITATO NO OIL.
Copio ed incollo l'appello del Comitato no oil circa l'incidente ultimo verificatosi al Centro Oli di Viggiano:
Eccovi nel link il documento originale della richiesta al prefetto di potenza di provvedimento sospensivo delle attività del centro olii di viggiano
richiesta-provvedimento-prefetto.jpg
chiedo a tutte le persone di buona volontà ed interessate a salvare la valle dell’agri da questa bomba a cielo aperto di scaricare il documento, cliccandovi sopra e salvandolo, stamparlo e farvi apporre il maggior numero possibile di firme di cittadini in calce al documento o dietro di esso, anche stampandone più copie se necessario (non sono necessario indirizzi o date di nascita, consigliata la città di residenza, in ogni caso in una calligrafia leggibile o nel caso specifico l’aggiunta alla firma del nome e cognome in stampatello)
daremo quindi un appuntamento per la raccolta dei fogli nei luoghi dove ci sono nostri referenti o indicheremo un indirizzo a cui spedire i fogli stessi…il termine della raccolta entro questa domenica quando saremo a viggiano per una raccolta firme alla nostra petizione ed ovviamente alla richiesta di sospensione delle attività del centro olii, cosa che agevolerà la consegna
prego inoltre tutti i blogger sui propri siti di farsi interpreti di questa richiesta di salvaguardia
la raccolta delle firme, a cui può aderire qualunque cittadino anche non lucano o non della valle, serve a dare maggiore forza alla richiesta che il sottoscritto a nome del comitato no oil lucania ed in quanto cittadino lucano ha presentato all’unica autorità in grado di far chiudere con un provvedimento a carattere di ordine pubblico questa mostruosità, il prefetto di potenza
basta con i rischi inutili a cui i cittadini della valle sono sottoposti da anni…se quell’impianto produce troppo in rapporto alle sue potenzialità (cosa che fa insospettire in quanto alle cifre dell’estratto), se vi sono cattivi funzionamenti a cui non si vuole ovviare per non fermare il trattamento del greggio, se vi sono lacune costruttive o peggio rischi di cui non si è mai parlato ai cittadini, quell’impianto va fermato subito!!!…non c’è denaro o interessi o strategia che valgano la vita e la salute della gente!!!
dimostriamo di che pasta sono fatti lucani…diamoci dentro o ai nostri figli dovremo raccontare che fummo deboli ed irresoluti mentre qualcuno divorava la nostra terra
| inviato da Nathan 2000 il 5/2/2009 alle 11:34 | |
4 dicembre 2008
diritti
NETIZEN CLANDESTINO - GIORNATA DI LUTTO!
13 novembre 2008
diritti
SIAMO AD UN FILM GIA' VISTO?
Sto seguendo, un po' di malavoglia, un po' distrattamente, tutto il tran tran di unione sindacale che rischia di andare a ramengo. Qui viene illustrata, più o meno con dovizia di particolari, tutta la vicenda. E, subito, mi viene in mente un qualcosa di progettato un bel po' di anni fa, ma ancora non realizzato (è stato realizzato, però, in altri capitoli altrettanto importanti): Il "Piano di Rinascita Democratica" (leggersi il punto 3 del testo linkato) della loggia (deviata?) massonica P2 del... Venerabile (???) Licio Gelli. Lo so, lo so... a qualcuno verrà in mente il lievissimo sospetto secondo il quale il sottoscritto, come è noto, è un inguaribile dietrologo-complottista-controinformatore-paranoico-e-anche-un-po'-stronzo! E, allora, mi domando: Possibile che, ogni volta che vi siano trattative fondamentali tra sindacati confederali e controparti varie (vedi Governo, Confindustria ecc.) le segreterie di tali sindacati non si siedano ad un tavolino, preventivamente, a stilare un piano coordinato? Possibile che la CGIL sia sempre la pecora nera delle trattative sindacali? Sono domande legittime (da tesserato CISL, personalmente, ma la domanda, credo, se la potrebbe porre anche un qualsiasi tesserato UIL)? Ma, soprattutto, come mai, in moltissimi casi precedenti, si era verificata una rottura della famigeratissima "Trimurti" poi, M-I-R-A-C-O-L-O-S-A-M-E-N-T-E, ricomposta una volta accertato che, da parte della controparte di turno, arrivava l'ennesima fregatura? Mi sa che è solo questione di tempo... e un ulteriore tessera verrà aggiunta al mosaico di Gelli... che rifarà la battuta già fatta qualche anno fa: "Dovrebbero pagarmi i diritti d'autore". E se, alla fine, si dovesse, ancora miracolosamente, ricostituire l'unità sindacale a causa della scoperta dell'ennesima fregatura targata Governo, o Confindustria.... cosa bisognerebbe pensare, io personalmente, e ogni altro tesserato, delle organizzazioni sindacali di cui si fa parte? Materia Oscura! Allora, beccatevi questo brano dei Porcupine tree dal titolo Dark Matter! Appropriato, no?
30 ottobre 2008
diritti
LO SPETTRO DI NUOVI "ANNI DI PIOMBO"?
Da giorni sto rimuginando sulla questione scuola pubblica... ma non è il "Decreto Gelmini" a prendersi tutta la mia attenzione. E neppure le numerose manifestazioni di piazza che, dal mio punto di vista, continuo a considerare un Diritto (altrimenti quel pezzo di carta che Chiamiamo "Costituzione", a che serve?). Facciamo pure l'ipotesi che su tutto questo tran-tran delle manifestazioni, più o meno spontanee, vi sia una buona dose di strumentalizzazione (ma sono portato a pensare che la buona dose non sia il 50 % + 1). Ritengo, però, che una considerevole parte (questa sì ben oltre il 50 %) di studenti e docenti, abbiano a cuore il problema "Scuola", senza che vi sia la benché minima intenzione di strumentalizzazione. Insomma, sono propenso a credere che una grande maggioranza dei manifestanti sia lì a sbandierare qualcosa che non è il semplice "marciarci su" che vogliono, da qualche parte, farci credere. Fatta questa premessa, vado a iniziare questo post! E lo inizio con l'ultimissima parte dell'articolo di Curzio Maltese (giornalista di Repubblica) che ha fatto qualcosa che, in genere, dovrebbero fare i giornalisti degni di tale nome: È andato a Piazza Navona, dove si svolgeva una manifestazione di studenti e docenti, e ne ha fatto la cronaca (altrimenti che cronista sarebbe?) che potete leggere qui. Cosa scrive Curzio Maltese nell'ultimo periodo della sua cronaca? Scrive quanto segue:
A mezzogiorno e mezzo sul campo di battaglia sono rimasti due ragazzini con la testa fra le mani, sporche di sangue, sedie sfasciate, un tavolino zoppo e un grande Pinocchio di legno senza più una gamba, preso dalla vetrina di un negozio di giocattoli e usato come arma. Duccio, uno studente di Fisica che ho conosciuto all'occupazione, s'aggira teso alla ricerca del fratello più piccolo. "Mi sa che è finita, oggi è finita. E se non oggi, domani. Hai voglia a organizzare proteste pacifiche, a farti venire idee, le lezioni in piazza, le fiaccolate, i sit in da figli dei fiori. Hai voglia a rifiutare le strumentalizzazioni politiche, a voler ragionare sulle cose concrete. Da stasera ai telegiornali si parlerà soltanto degli incidenti, giorno dopo giorno passerà l'idea che comunque gli studenti vogliono il casino. È il metodo Cossiga. Ci stanno fottendo".
La domanda che qualcuno, meno informato sulle ultime vicende, si potrebbe porre è la seguente: Che diavolo sarà mai 'sto "Metodo Cossiga" (quando il "Presidente Emerito"-picconatore-esternatore a ruota libera veniva chiamato "Kossiga"). Beh, trattasi di ciò che è riportato in una intervista che la dice lunga. Ma gira che ti rigira su internet, sono capitato anche qui, e tra le tante cose che il noto "picconatore" ha detto, ve ne sono un paio che mi turbano non poco: Cossiga parla di Massoneria (e dice pure "Di più non dico") e, poi, si sofferma su qualcosa di molto, molto inquietante... quando afferma: ''Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornera' ad insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate Rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle universita' ".
Ora, quando Cossiga parla il sottoscritto, a differenza dei tanti che sono portati a pensare ad un "delirio senile", ritiene, viceversa, che nelle sue parole vi siano delle importanti rivelazioni sulla situazione che "verrà". Sarò paranoico? Può darsi, ma alla luce di cotali "profezie", posso affermare di essermi fatto l'idea che a Genova, nel 2001, è stato tutto organizzato ad hoc (anche se, poi, la vicenda ha preso una piega imprevista da chi aveva il bastone del comando); che nei prossimi mesi (o anni) ci aspettano delle situazioni che potrebbero risprofondarci nella tetra atmosfera degli "anni di piombo". Insomma, una manifestazione che doveva essere pacifica presenta, almeno nella versione che ci ha fornito Curzio Maltese, degli elementi poco chiari (oserei dire "torbidi"). Un ex Presidente della Repubblica, ex Presidente del Consiglio, ex Ministro dell'interno fa delle affermazioni inquietanti. Ci sono tutti i presupposti per non stare tranquilli neppure un po'. E, poi, sulla situazione "Istruzione" in Italia, ho qualche idea in testa che, quanto prima, posterò su questo blog... e non è molto rassicurante.
Tanto per aggiungere qualcosa di più, eccovi un bel video, scovato su Youtube, con Piazza Alimonda di Francesco Guccini, in sottofondo. Buona visione e buon ascolto.
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