13 giugno 2013
LAVORO
DISCORSO FILO-LENINISTA?
Quando gli Stilisti, coloro che “dettano” la moda italiana
nel mondo, affidavano i loro lavori al “miglior offerente” (solitamente al massimo
ribasso), agli schiavi dei “sottani” campani che erano sotto il controllo della
Camorra (o Sistema, come viene chiamato da quelle parti), ricavandone degli
utili esorbitanti, dal momento che, così facendo, i costi “vivi” delle
operazioni di lavorazione venivano notevolmente abbattuti, in tanti si
indignavano (per poco, perché siamo in Italia, dove ci si indigna per un tot di
tempo e, poi, si riprende la vita solita). Oggi che, a quanto pare, quegli
stessi stilisti che facevano fare affari alla Camorra, si rivolgono a
manovalanza a basso costo in stati esteri (oriente d’Europa o del Mondo), la
gente pare indignarsi anche meno. Eppure non risulta che un capo di uno
stilista piuttosto che di un altro, al momento di andare alla cassa e pagare,
risulti meno costoso di quando detti stilisti avevano le loro sartorie e le
loro maestranze a produrre il Made in Italy. Se ne deduce, ovviamente, che il
problema nazionale (e mondiale, a questo punto) non è quanto costa un
lavoratore (che, sia chiaro, alla fine, tramite la propria professionalità e
abilità, produce un bene di consumo e, pertanto, possiamo affermare che “produca
un valore”), ma soltanto un problema di “dividendi e profitti”! Perché, se io
pagavo il capo d’abbigliamento firmato da “Tal dei Tali” quanto lo pago oggi,
ne deduco che, avendo abbattuto i “costi” (parolaccia scandalosa) ascrivibili
al lavoro, i margini di guadagno (utili) crescano, in qualche modo. E la cosa
strana è che, se ci riflettiamo bene, in tutto questo meccanismo, a perderci è
soltanto il lavoratore che, novello schiavo, o si adegua alle pretese di erogazione
salariale di chi fa impresa, oppure se ne torna mogio mogio a casa senza altra
possibilità che non sia aumentare il numero dei non occupati. Ovviamente, il
discorso che nel nostro paese chiunque voglia fare impresa si trova ad aver a
che fare con un sistema burocratico spaventosamente inefficiente, con un
sistema fiscale che più iniquo non si può, è una motivazione comprensibile… ma
non condivisibile.
Ma l’esempio dello stilista si può estendere a tantissime
altre realtà produttrici di beni di consumo, dall’industria manifatturiera all’industria
conserviera, ai fabbricanti di auto, di elementi meccanici ed elettromeccanici
e chi più ne ha più ne metta. Insomma, c’è una corsa a combattere una guerra ai
“costi” del lavoro (e dei lavoratori) che, come risultato finale, altro non
ottiene che un “profitto-lucro” per chi fa impresa, e solo ed esclusivamente
svantaggi per chi, invece, ci mette forza ed impegno per produrre un qualunque
bene.
Ora, fermiamoci a pensare ad un fatto importante: chi è che,
nella storia del mondo, ha sempre messo il lavoro e i lavoratori sul piano di
un “Costo” e non di una “Risorsa”? Semplice: coloro che si vedevano costretti a
pagare i lavoratori in maniera equa e, soprattutto, dignitosa… e, così facendo,
vedevano assottigliarsi le possibilità di utili, di guadagni e via di questo
passo. Siamo alla solita storia di Padroni contro lavoratori? Non è solo
questo. E’ che, se vogliamo mettere il “dito nella piaga”, abbiamo una scuola
di pensiero economico-finanziaria che, lungi dal preoccuparsi di tutte le parti
in gioco nel sistema produttivo, tende a proteggere solo chi fa impresa e a non
tenere in alcun conto le esigenze di chi, invece, vive del proprio lavoro. E l’anomalia
di questi ultimi 30 anni, sta nel fatto che la Politica ha sempre assecondato
questa visione del mondo. Discorso
filo-leninista? Forse! Ma da questa riflessione mi piacerebbe partire per
provare a progettare un nuovo tipo di mondo: un mondo nel quale è importante
che il bene sia di tutti… e non solo dei pochi che, anno dopo anno, diventano
sempre più ricchi e potenti.
| inviato da Nathan 2000 il 13/6/2013 alle 13:16 | |
10 agosto 2010
ECONOMIA
SOLDI MANCANTI ALL'APPELLO.
Da molto tempo questo blog langue... impegni lavorativi, pigrizia congenita; chissà. Fatto sta che mi trovo a scrivere dopo diversi mesi. Meglio tardi che mai! Ovviamente, ciò di cui andrò a scrivere, è qualcosa per cui ce ne sarebbe da essere incazzati... ma, ovviamente, per l'italiano medio certe notizie, che sugli organi ufficiali di stampa non passano tanto facilmente, sono come l'acqua che scivola su un impermeabile. Per fortuna che non sono un italiano medio (anche se il dito medio, piuttosto spesso, mi capita di "beccarlo" in quel posto). Come va? Tutto bene (mi sto rivolgendo ai miei quattro lettori... o tre! Boh?). Io, a parte qualche impegno lavorativo che in quest'ultimo periodo mi ha tenuto sulla graticola in maniera abbastanza costante, a parte qualche impegno in politica (perdente, ovviamente... perché non è di quella che conta, la politica di cui mi occupo: è quella che tenderebbe al bene comune... pertanto nessuno mi fila più di tanto!), a parte qualche impegno familiare (e una figlia che, quanto a vivacità, ne vale dieci), per il resto non avrei da lamentarmi.... beh, quest'ultima è una bella e gigantesca "balla"!!!! Di motivi per lamentarmi e recriminare, ce ne sarebbero a migliaia: anche solo andando a scartabellare gli organi di informazione canonici. Se, poi, capita di essere uno che non si accontenta, si finisce, quotidianamente, con l'assumere la dose quotidiana di informazione dalla rete. Ovviamente, certi puristi dell'informazione storceranno il naso!?! Ma come mai, allora, sui quotidiani nazionali (e sulle reti televisive cossiddette "importanti") certe notizie non passano? Soltanto dal quotidiano genovese IL SECOLO XIX possiamo avere informazioni che, guardacaso, possono interessarci un po' tutti... vista la crisi economica nella quale stiamo annaspando? E non si tratta di una notizia tanto recente, visto che del problema, almeno sul quotidiano ligure, se ne parla abbondantemente da circa tre anni! Per farla breve, si tratta di circa 98 MILIARDI (avete letto bene... miliardi) di euro che le dieci società concessionarie di slot machines sparse per gli esercizi commerciali di questo nostro paese DEVONO all'erario! Una cifra che è più di tre volte l'ultima manovra finanziaria "sanguinosa" fatta da questo governo. Sull'argomento, qualche tempo fa, ne è venuta fuori pure una interrogazione parlamentare!!!! Basta leggere qui per capire di cosa stiamo parlando!!! Ce ne sono, pertanto, di motivi per essere incazzati sia con questo governo, sia con quello precedente (perché durante il governo precedente, la questione era iniziata). Ora, che si parli di tutto, in questo benedetto paese, ma non di ciò che veramente è importante, non so a voi... ma a me fa girare un pochino qualche cosa!!!! Ovviamente, è noto che i liguri, in generale, e i genovesi in particolare, abbiano fama di essere particolarmente attenti a ciò che attiene la sfera, chiamiamola così, patrimoniale... ma possibile che solo il quotidiano genovese si sia preso a cuore una questione che ci riguarda tutti? A nessun altro interessa che ci siano dei signori che devono all'erario una cifra spropositata, che avrebbe reso possibile una manovra finanziaria sicuramente più leggera rispetto a quella che, invece, il ministro Tremonti ci ha servito in tavola? Di chi sono "amici" questi signori? Cosa aspetta l'erario a prendersi quei soldi? Perché a me, se anche c'è un errore, l'erario mi impone di pagare e, successivamente, fare ricorso, mentre questi signori vanno avanti a colpi di carta bollata e ricorsi e non tirano fuori un centesimo? Ce n'è di che essere incazzati, no? Eppure si continua a parlare delle case di montecarlo del partito del Presidente della Camera; delle gesta sessuali del Presidente del Consiglio; di una marea di stupidaggini che nulla risolvono per questo paese... e di una cosa che potrebbe, magari, risollevare un pochino l'economia italiana, non ne parla nessuno!!!! Puristi dell'informazione canonica: battete un colpo! Questa notizia l'ha data un giornale poco più che locale; e se non fosse stata ripresa da Beppe Grillo sul suo blog, e da Striscia la notizia, probabilmente la conoscerebbero solo i lettori del quotidiano ligure!
L'italiano, si sa, non è particolarmente impegnato, politicamente o civilmente. Proprio per questo, putroppo, si verificano cose che non dovrebbero. E visto che le cose stanno così, direi che è indicatissimo, per i miei connazionali, il brano che vado a lasciare in regalo ai miei quattro lettori; si tratta di Samuele Bersani: il brano è Lo scrutatore non votante (l'italiano, insomma). buon ascolto
9 luglio 2009
finanza
DIVAGAZIONI ECONOMICHE IN NONCHALANCE!
Carissimi amici (e mi rivolgo ai miei quattro lettori)... forse non ricorderete ciò che scrivevo in data 6 giugno del 2008 (perché la memoria, almeno per certi temi, è labile). Voglio rinfrescarvi i ricordi rimandandovi a rileggere il post a cui mi riferisco.
Siccome sono un inguaribile sospettoso, quest’oggi ho deciso di andare a verificare i miei sospetti. Quali? Beh, per chi ha letto il post dell’anno scorso, è facile scoprirlo! Il mio sospetto è quello secondo il quale, come ogni anno, a fronte di una crescita economica (in termini di beni e servizi, intendiamoci) praticamente nulla (se non vogliamo chiamarla recessione), ci siamo trovati di fronte ad una Banca d’Italia che ha, con nonchalance, continuato nella sua opera di emissione di moneta. Non ci credete? E allora fate un click qui; vi troverete davanti ad un file formato pdf che è semplicemente il Bilancio d’esercizio per l’anno 2008 della Banca d’Italia (pubblicato sul sito della nostra banca centrale). Scorrendo il file dovrete arrivare fino a pag. 21 di 65 (come riportato nella finestrella in basso al centro), oppure alla pagina 305 del documento (trattasi di uno stralcio dell’intera relazione). Troverete, proprio in cima alla pagina, la situazione della moneta in circolazione nel nostro paese (confrontata a quella che circolava nell’anno precedente. Voglio facilitare il compito dei miei quattro lettori inserendo la seguente tabella:
|
31.12.2008 |
31.12.2007 |
1 BANCONOTE IN CIRCOLAZIONE |
126.159.171.125 |
112.213.480.080 |
Ora, qualcuno mi farà notare che, in un periodo di crisi come quello che stiamo attraversando, si è voluto fare una “iniezione” di liquidità (iniezione che ha sempre più l'aspetto di un clistere) per fronteggiare la situazione. Eppure confrontando la tabella del post scritto l’anno scorso, tutto sommato, mi rendo conto che l’iniezione di liquidità è stata di pochissimo superiore a quella che, costantemente, si è avuta nel corso degli anni precedenti. Cosa ne concludo? Che più conosco le banche centrali (sono istituti privati, che si sappia… lo Stato non c’entra nulla), più mi rendo conto del fatto che non siamo per nulla in buone mani!
Sono in debito con i miei quattro lettori di un post sul “Creare denaro dal nulla” (attività primaria delle banche commerciali). Sto lavorando per rendere il tutto leggibile e chiaro (si tratta di una materia molto ostica). Ma prima del post sul creare denaro dal nulla, si renderà necessario postare qualcosa sul famigerato “Signoraggio” (altro argomento di non facile comprensione). Faccio solenne promessa, in questo momento, di darmi una mossa. Quanto prima pubblicherò quanto enunciato. Nel frattempo… riflettiamo!
6 giugno 2008
ECONOMIA
UN PO' DI ECONOMIA SPICCIOLA E INCAZZATA!
Consiglio a tutti coloro che si fossero imbattuti in questo post, di interrompere, per un attimo (oddio, si tratta di quasi 9 minuti, ad onor del vero) la lettura per ascoltare attentamente questa intervista a Giulietto Chiesa, giornalista ed europarlamentare dal 2004, con la lista Di Pietro – Occhetto. Perché vi chiedo questo? Semplicemente perché, in un periodo in cui si parla, a ragione, di censure e quant’altro (soprattutto in TV), credo che valga la pena di ascoltare le parole di uno di coloro che, una volta allontanato dal circuito televisivo, non ne ha fatto più rientro. Probabilmente perché le cose che dice, sono molto più scomode di quanto non siano scomode le inchieste, gli articoli e le denunce di altri personaggi nel mirino del potere. Ma ciò che mi rende simpatico Giulietto Chiesa, rispetto a tutti gli altri, è il fatto che Lui per primo esorta a mettere in discussione ciò che afferma e scrive; esorta tutti a VERIFICARE le informazioni di cui si entra in possesso; esorta a non prendere per oro colato niente di ciò che ci viene presentato (ribadisco, anche delle cose che va affermando Lui). Ma la cosa agghiacciante di ques’intervista sta nel fatto che essa risalga a ben prima dell’attacco americano in Irak… e le prospettive che abbiamo davanti sono preoccupanti.
Bene! Se avete guardato il video di Giulietto Chiesa, probabilmente, avete compreso che è bene porsi, di fronte alle informazioni (che in rete sono anche più che sovrabbondanti), in una condizione di buon senso e spirito critico, attivandosi nella ricerca di verifiche e riscontri per non entrare nel circolo vizioso delle “Leggende Metropolitane”. Ciò di cui mi preme parlare in questa occasione è qualcosa di complesso (trattasi di problemi di economia). Non sono un esperto. Ma la lettura di alcuni documenti e il rifletterci sopra, mi ha fatto pervenire ad una serie di conclusioni tali da farmi affermare quanto segue:
Questo è un post Inkazzato.
Incazzato soprattutto nei confronti di coloro che si sono appropriati della nostra vita e ne hanno fatto strame; con coloro che ci hanno scaraventati in un baratro dal quale, probabilmente, usciremo non senza fatica… e alcuni di noi rischiano di non uscirne affatto. Erano mesi che volevo scrivere un post che avesse questi contenuti e che, sostanzialmente, fosse frutto delle mie considerazioni personali. Prendetelo per quello che è: una mia idea, supportata da alcuni documenti importanti, certo, ma una mia opinione. Non per falsa modestia, non per buttare le mani avanti ma, semplicemente, per sottolineare che, in fondo in fondo, è necessario muoversi negli anfratti della vita solo ed esclusivamente facendo affidamento sull’unica rendita di cui siamo dotati, rendita che è in grado di farci muovere con l’onestà necessaria allo scopo: l’intelligenza ben utilizzata. L’incazzatura è in atto da un bel po’ di mesi… ha a che fare con la situazione economica mia personale e… con alcune incazzature, succedutesi nei mesi, con la mia banca. A ciò voglio aggiungere la situazione, ormai condivisa da tutti, circa il fatto che “Si fa fatica ad arrivare alla fine del mese” (quante volte l’avete ascoltata questa frase, soprattutto pronunciata da quei politici che nulla hanno fatto per provvedere… anzi: loro continuano a beneficiare di rendite di posizione e finanziarie a go go). Aggiungiamo a tutto questo il continuo martellare del Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, che non perde occasione per ribadire come i salari italiani siano i più bassi d’Europa, la pressione fiscale nel nostro paese è altissima e via discorrendo. Poi, mi domando: ma Draghi, finora, dove ha vissuto? E sono incazzato anche per questo! Ora, pensiamo anche a quante volte abbiamo ascoltato o, addirittura, pronunciato la frase “Ormai dobbiamo pensare che 1 euro equivale alle vecchie 1000 lire!”. Che dire? Sembra proprio che sia così. Ed ho cercato di darmi una mia spiegazione del fenomeno. Non è stato facile, ma l’idea si è realizzata grazie ad una riflessione circa la teoria economica del più grande (cosa riconosciuta universalmente) economista del XX secolo: John Maynard Keynes; soprattutto, la riflessione è sul seguente assunto: l'aggiunta di nuova moneta all'economia non spinge al rialzo i prezzi fintanto che il denaro viene utilizzato per produrre nuovi beni e servizi perché l'offerta (beni\servizi) aumenterà insieme alla domanda (moneta). In altre parole, un’iniezione di liquidità può portare dei benefici all’economia di un paese solo ed esclusivamente se tale aumento di liquidità verrà compensata da un equivalente crescita di Beni e servizi. In caso contrario, si verificherà un aumento dell’inflazione non facilmente controllabile.
Ci ho impiegato qualche giorno, ma sul sito della Banca d’Italia, sono riuscito a trovare i bilanci relativi all’ultimo anno della circolazione della Lira (2001) e tutti i bilanci disponibili del dopo euro (vale a dire 2002, 2003, 2004, 2005, 2006 e 2007). Partiamo da una considerazione: dal 2001 la nostra economia non è cresciuta se non di pochi centesimi di punto percentuale all’anno (quando non è stata stagnazione addirittura). Vale a dire che la nostra economia, negli ultimi 7 anni, non è quasi cresciuta. Nei bilanci della nostra banca centrale, invece, mi sono imbattuto nella sorpresa di una crescita di liquidità progressiva negli anni. Notate la seguente tabella:
Anno di riferimento |
Moneta circolante |
2001 |
£ 125.229.757.809.457,84 (€ 64.675.772.392) |
2002 |
€ 62.835.487.670 |
2003 |
€ 73.807.445.600 |
2004 |
€ 84.191.125.720 |
2005 |
€ 94.933.679.360 |
2006 |
€ 105.519.190.400 |
2007 |
€ 112.213.480.080 |
Impressionante, vero? In sette anni si è quasi raddoppiata (in effetti è cresciuta quasi del 74 %) la quantità di denaro circolante nel nostro paese, non altrettanto può dirsi per la produzione di Beni e servizi, che non sono aumentati se non di pochi decimi di punto. Quale sarebbe la conclusione sulla scorta dell’assunto di Keynes? Semplice: si è creato un meccanismo perverso che ci ha portati ad una situazione molto prossima all’affermazione “1 euro = 1000 lire”. Se avete voglia di andare a verificare di persona questi dati, sul sito di bankitalia, ai seguenti link, troverete i bilanci che, nero su bianco, riportano i dati della mia tabella.
http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/relann/rel01/rel01it/bil/rel01_ammi_bilancio.pdf a pag 71* del documento è riportata la quantità di denaro circolante nel 2001 http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/relann/rel02/rel02it/bil/rel02_ammi_bilancio.pdf a pag. 73* del documento è riportata la quantità di denaro circolante nel 2002 http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/relann/rel03/rel03it/bil/rel03_ammi_bilancio.pdf a pag. 73* del documento è riportata la quantità di denaro circolante nel 2003 http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/relann/rel04/rel04it/bil/rel04_ammi_bilancio.pdf a pag. 73* del documento è riportata la quantità di denaro circolante nel 2004 http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/relann/rel05/rel05it/rel05_bilancio.pdf appena aperto il file abbiamo subito la quantità di denaro circolante nel 2005 http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/relann/rel06/rel06it/bilancio/rel06_19_amm_bilancio.pdf a pag. 279 del documento è riportata la quantità di denaro circolante nel 2006 http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/relann/rel07/rel07it/bilancio/rel07_23_bilancio.pdf a pag. 299 del documento è riportata la quantità di denaro circolante nel 2007.
Capite perché sono Incazzatissimo? Qualcuno sa dirmi quanto sono aumentati stipendi e salari dei cittadini di questa sgangheratissima repubblica? Ma la cosa incredibile è che il sottoscritto, non molto addentro alla materia economico-finanziaria, ha dovuto faticare pochissimo per arrivare, con i propri mezzi, a reperire materiale ufficiale a supporto di una teoria neppure troppo campata in aria. E i nostri… “eroi”, tipo Marco Travaglio, tipo Beppe Grillo? Preferiscono occuparsi di altri temi? Benissimo. Ma a me un tema come la perdita del potere d’acquisto delle famiglie tramite emissione in esubero di contante sulla piazza (Banca d'Italia e governi succedutisi negli anni, in complicità), è una cosa che mi fa incazzare, incazzare, incazzare!!!!!
Voi che siete capitati, volutamente o per caso, su questo blog, cosa ne pensate?
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