20 settembre 2013
POLITICA
TEMI DA PRIMARIE...
Lo slogan che più è andato in voga in questi giorni di campagna elettorale per le primarie di coalizione del Centrosinistra in Basilicata (per la coalizione Basilicata bene comune) è il seguente: "Libera le primarie". Ora, lo slogan è bellissimo (in tutta onestà). E se davvero valesse l'esortazione a "liberare" queste primarie, esprimendo in libertà il proprio voto, avremmo un solo candidato con i requisiti giusti allo scopo: Miko Somma. Anche perché, a conti fatti, in questa campagna per le primarie, l'unico candidato che abbia parlato di programma (e non di libro dei sogni o di buone intenzioni), è stato proprio Miko. Gli altri candidati erano troppo impegnati nella "competizione" (che ha assunto toni da battaglia campale) soprattutto negli ultimi giorni. E, a dimostrazione del fatto che il nostro programma è di quelli che parlano delle giuste problematiche per questa regione, andiamo a linkare un po' di video:
Ovviamente, non c'è solo il petrolio... visto che da mesi, in commissione ambiente della Regione Basilicata, giace la nostra proposta di piano regionale rifiuti!!! Ecco la clip:
E che ne parliamo a fare? Dopo i rifiuti, anche qualcosa sull'acqua che, a quanto pare, continua ad essere un tema di discussione. Ma anche un argomento tale da far dimenticare a tanti (candidati a queste primarie compresi) il fatto che c'è stato un referendum che ha sancito la precisa volontà popolare di non affidare la gestione della risorsa idrica a organismi privati. Ecco la clip:
A questo punto, sulla scorta di tutto ciò che si è visto (e che abbiamo voluto raccontare alla gente nelle strade e nelle piazze)... chi è veramente libero di esprimersi non credo dovrebbe avere dubbi in merito a chi dare la preferenza a queste primarie.

Bene... "Libera le primarie" votando Miko Somma!!!!
22 ottobre 2012
IL RITORNO DELLA "CARD".
A volte ritornano. E il Consiglio di Stato ha
stabilito che Ritorno sia!!! Ovviamente, parliamo del ritorno del Bonus
idrocarburi… quello che sembrava andato a ramengo dopo che la Regione
Veneto aveva fatto ricorso al TAR. Ora, invece, gonfi di orgoglio e
soddisfazione, ci capita di vedere i “pezzi grossi” del Pdl lucano fare
la loro sfilata al Tgr per cantare vittoria. Non solo… Capita di vedere
l’Onorevole Viceconte, con fierezza, stare a ribadire che quello del
bonus idrocarburi è una conquista grandissima per la nostra regione - se
conquista grandissima si può definire la possibilità di fare due o tre
pieni di carburante ai soli patentati di questa regione che hanno fatto
richiesta della card… circa 140 euro, insomma – ma che sono in itinere
altre iniziative, da parte dei parlamentari del Pdl, per far sì che le
estrazioni petrolifere possano, finalmente, essere un’occasione di
sviluppo e ricchezza (dopo tantissimi anni) per la nostra regione. Come?
Beh, semplicemente appellandosi al Memorandum sottoscritto da Regione e
compagnie, in virtù del quale ad un aumento delle estrazioni deve
corrispondere una contropartita cospicua (si dice) di investimenti in
infrastrutture e sviluppo. Magari il termine infrastrutture possiamo
anche immaginare cosa possa essere… quanto al famigerato “Sviluppo”, non
abbiamo idea di dove si voglia andare a parare, dal momento che da
nessuna parte si riesce a sapere di qualche progetto o programma in
itinere da parte delle forze politiche. Ecco, questo è quanto. Ma la
domanda che alcuni di noi si pongono è la seguente: Quanti sanno il
perché del ricorso della Regione Veneto al Tar? Semplice: La legge 99/2009, nel suo art. 45,
aumenta l’aliquota di Royalties di tre punti percentuali; tale legge,
inoltre, prevede che il tutto vada a finire in un fondo di compensazione
per i “disagi” delle regioni in cui si estrae greggio ma, udite udite,
anche di quelle regioni nelle quali vi è la presenza di rigassificatori.
Altra domanda che nasce spontanea: cosa c’entrano i rigassificatori con
le royalties di estrazione? Eh, la risposta c’è: si tratta di un
“dettaglio” che è stato aggiunto, in maniera quasi furtiva, dalla Lega
Nord che, notoriamente, si batte per non far perdere occasioni di
ricchezza al già ricco nord e che, guarda caso, era alleata del Pdl
nello scorso governo. Ma queste cose le dicevamo già all’epoca, quando
in piena campagna elettorale per le Provinciali e per le Comunali, il
Pdl strombazzava ai quattro venti che la battaglia per la diminuzione
del prezzo alla pompa sarebbe stata prioritaria!!! Sapevamo già che ci
sarebbero toccati una cinquantina di milioni, e che con una cifra del
genere uno sconto alla pompa sarebbe stata impresa velleitaria. E che
parte di quei 50 milioni sarebbero toccati anche ad altre regioni. Poi,
abbiamo visto com’è finita: Vantaggi minimi e solo per chi è patentato.
Come se gli altri corregionali, quelli che non hanno permesso di guida,
fossero cittadini di serie minore!!! Ed ora? Ora si aspetta che si tenga
fede ad un memorandum che prometterebbe Mari e Monti di danari da
investire in infrastrutture e Sviluppo, in cambio di un raddoppio delle
estrazioni… e noi, magari, dovremmo berci pure questa, no? Comunità Lucana ha già fatto la sua proposta di modifica dell’art. 45 della legge n° 99/2009 che si può andare a rileggere qui.
Perché, magari, pensiamo che sia una cosa ben più utile per l’intera
economia della regione che i danari entrino nel circolo economico
attraverso prodotti locali, piuttosto che di nuovo nelle casse delle
compagnie petrolifere; in altri termini, la nostra proposta avrebbe la
capacità di far muovere la stagnante economia di questa regione, anche
se, magari, non sarebbe la soluzione di tutti i mali.
Quanto ai soldi che dovrebbero compensare il
raddoppio delle estrazioni… perché dovremmo credere che non verranno
utilizzati, al solito, per favorire comparizie e clientele come è stato
finora (ed in maniera perfettamente trasversale)? Il ritorno della
“Card” non cambierà di una virgola i problemi di una regione sempre più
in ginocchio!!!
8 marzo 2011
POLITICA
COSA FARO' DA GRANDE (I)
Lo so, non aggiorno questo mio spazio virtuale da fine ottobre... ci pensavo ogni sera, ogni sera che, pioggia o vento, cielo stellato o libeccio, mi aggiravo, per le vie del centro storico della Città con il mio fidato Toscano tra le labbra. E i pensieri sono tali e tanti che se volessi lasciarli tutti qui in un unico post, probabilmente non basterebbe una serata e all'imprudente viandante che dovesse capitare su questa pagina, si parerebbe dinanzi un post infinito tanto da indurlo ad andar via. E, visto che sono dotato di un minimo sindacale di narcisismo, la mia autostima andrebbe a farsi benedire, se dovesse capitare ciò! Allora mi ripropongo di scrivere ciò che mi passa per la mente quando le boccate di fumo si spandono per l'aria, ma spezzettando il discorso in più parti... magari qualcuno si fermerà a leggere!!! Da dove comincio? Beh, dal fatto che, da qualche anno, ho deciso di imbarcarmi sulla nave della "partecipazione politica"! Ma Politica (maiuscola) vera, quella che ti prende e ti fa anche ingrossare il fegato perché, inevitabilmente, sei costretto a guardare la politica (minuscola) nella quale non ti riconosci, la politica che eviti come un virus letale. La politica che ci accompagna sui mezzi di informazione di massa da una quindicina d'anni o poco più!!! Da qualche anno, dicevo, con una "manciata" di don Chisciotte (Cervantes mi perdonerà per l'irriverente citazione), sono impegnato in una battaglia che non so dove mi porterà! So, però, dove vorrei che mi portasse: ad una situazione locale e nazionale completamente differente da quella nella quale, purtroppo, da più di un quindicennio siamo impantanati. La voglia di fare qualcosa per la mia terra, per la mia regione è diventata sempre più un'esigenza vitale. Chi non dovesse conoscere la mia regione, la Basilicata, deve sapere che, dalla fine degli anni '90, in questa regione, si estrae Petrolio. E queste estrazioni petrolifere, almeno nelle "chiacchiere" degli amministratori e politici locali, avrebbero dovuto portare questa regione a condizioni di ricchezza (non amo questo termine perché viene usato impropriamente e per ingannare) le quali, a distanza di più di 13 anni, non si vedono. Nè si vedono quei posti di lavoro che l'oro nero avrebbe dovuto portare a questa terra! Si vede soltanto il bilancio negativo di 3.000 giovani che vanno via senza neppure l'intenzione del ritorno... perché, cosa ritornerebbero a fare? Qualche giorno fa, i maggiorenti della politica (da questo momento in poi, la parola sarà scritta con l'iniziale minuscola ogni volta che mi riferisco alla politica che tutti dobbiamo subire) hanno organizzato una tre giorni di conferenza su Petrolio ed Ambiente!!! Il presidente della mia regione, la Basilicata, Vito De Filippo, ha voluto questa conferenza, con relatori persone più o meno legate alle compagnie petrolifere. Ha avuto anche l'ardire di parlare di confronto con le organizzazioni ambientaliste... confronto che, nei fatti, non è avvenuto quasi mai. Perché il dibattito (così lo chiamavano in conferenza) era limitato ad una domanda secca che in pochi potevano fare!!! Ma la cosa che più mi ha lasciato l'amaro in bocca (ma anche una specie di sorriso sarcastico) è stata la conclusione del Governatore, che si è riempito la bocca di una frase che tutti conosciamo, ma che dalla sua bocca acquista un sapore amaro. Cosa ha detto, il governatore? Ha detto: "La nostra terra l'abbiamo avuta in prestito dai nostri figli, ed è a loro che dovremo restituirla". Detta così, direi, ha il sapore della beffa. Perché nella tre giorni di conferenza, nulla è stato detto sui problemi di impatto ambientale che l'oro nero inevitabilmente crea laddove si procede con le estrazioni selvagge! Nulla di ciò che le estrazioni e coltivazioni (nonché la prima raffinazione) petrolifere possono causare a livello di salute dei cittadini a contatto con i pozzi ed il centro oli. Vado a concludere questa prima tranche del mio delirio, sottolineando il fatto che il mio volermi calare nella partecipazione Politica, nasca dalla stessa frase del Governatore De Filippo: voglio fare qualunque cosa per restituire la terra in cui sono nato e cresciuto migliore di come mia figlia me l'ha prestata!!! Cosa farò da grande? Ci metterò tutto l'impegno possibile per mantenere questa promessa. Ho cominciato con problemi ambientali ed ho scoperto che i problemi ambientali non sono assolutamente "sciolti" da altre problematiche che solo la politica può risolvere. E io, alla fine, ho deciso che per risolvere queste problematiche, l'unica possibilità che c'era era l'impegno politico. Concludo questa prima elucubrazione dei miei pensieri dicendo: da grande voglio riuscire a dire: Ho contribuito al miglioramento della mia terra e del mondo!
Il tutto, ovviamente, con un gruppo (o movimento, fate voi) che si chiama Comunità Lucana - Movimento no oil.
26 settembre 2010
diritti
TRIVELLAZIONI NEI CALANCHI? OPPONIAMOCI!!!!
Articolo scritto sul blog del comitato no oil lucania, che riporto anche su questa mia pagina virtuale a "tedio" dei miei quattro (o tre... ho perso il conto) lettori! Grazie ad un'amica di Facebook (che per ora non menziono) mi è giunta
la seguente comunicazione:
Il 30 settembre, fra pochi giorni, scade la possibilità di contestare
la VIA, Valutazione di impatto ambientale, presentata dalla società
mineraria Medoilgas Civita Ltd, per un nuovo pozzo in un'area
particolare dei calanchi. Particolare sia per i grani, gli oli e gli
allevamenti prodotti e sia per la presenza, in questa area unica della
Basilicata, che è quella che circonda tutta la valle del
Cavone/Salandrella, di importanti aree geologiche (uno strato di
Pleistocene medio di rara purezza geologica e riconosciuto a livello
mondiale) e architettoniche (masserie fortificate). In più, è oramai
sempre più conclamato, che tutta la filiera degli idrocarburi è
cancerogena a tal punto che lo Stato della California ha preteso dalle
maggiori compagnie petrolifere anglo-americane di certificare, a tutela
dei cittadini californiani, l'esistenza di questo rischio dalla ricerca
del petrolio fino al pieno di benzina nella nostra auto (allego il
Warning americano). Se le compagnie petrolifere certificano che la loro
filiera è cancerogena per i cittadini californiani, probabilmente lo è
anche per noi lucani e per noi italiani.
Tutta questa premessa per chiedere, a chi è d'accordo, di stampare
l'allegato del warning e l'allegato di contestazione alla Via per pozzo
fiume Cavone 1 dir (quest'ultimo è da firmare) e di spedirli entro il
30 settembre (ripeto, il 30 settembre), alla Regione Basilicata,
ufficio compatibilità ambientale, Dipartimento ambiente, via V.
Verrastro, 85100, Potenza.Può essere spedito da chiunque, cittadino o
associazione o ente pubblico, anche se abitano a Canicattì, Marsala e
Domodossola.
Come Comitato no oil e come Comunità Lucana - Movimento no oil
diffondiamo la notizia; pubblichiamo (sempre grazie all'amica di cui
sopra) il modello da stampare e firmare:
_____________________________________________________________________________________________
Alla Regione Basilicata
Ufficio compatibilità Ambientale
via V. Verrastro
85100 - POTENZA
Oggetto: Opposizione alla procedura di VIA per pozzo di
esplorazione “fiume Cavone 1 dir” in territorio di Pisticci, Permesso
di ricerca Montalbano, Regione Basilicata, depositata il 30 luglio 2010
all’Ufficio Compatibilità ambientale del Dipartimento Ambiente della
Regione Basilicata, dalla Medoilgas Civita Ltd, con sede a Roma in via
Cornelia 498.
Lo scrivente si oppone alla VIA in oggetto per i seguenti motivi :
L’area dei Calanchi oggetto di trivellazione e ricerca
petrolifera è individuata come area unica per le sue caratteristiche
naturalistiche ed è destinata a diventare un parco naturalistico per il
quale, da decenni, si battono cittadini e associazioni. Già esiste un
progetto di riserva naturalistica promosso dalla stessa Regione
Basilicata che interessa una parte dell’estesa area dei Calanchi e che
si chiama Parco del Geosito dei Calanchi di Montalbano. La Regione ha
già pronto un Ddl per questa area che è la stessa della concessione
Montalbano dove si vuole ora ricercare e poi perforare col pozzo di
esplorazione Cavone 1 dir. È stata richiesta l’area protetta per il
Parco dei Calanchi del Geosito di Montalbano Parco del Geosito perché
in questa zona, tra i calanchi sedimentati in milioni di anni, è stata
trovata un’era geologica risalente al Pleistocene Medio, 1 milione di
anni fa, di una tale purezza geologica e di stratificazione, che è in
concorrenza con un sito in Nuova Zelanda per il titolo di Chiodo d’Oro.
Un prestigiosissimo riconoscimento internazionale di geologia che
consente a chi lo possiede di essere riportato in tutti i testi odiali
come area di riferimento per studiare la perfezione della
sedimentazione millenaria. Va da sé che se non avrà il Chiodo d’Oro,
l’area dei calanchi dove vuole perforare la MedoilGas, sarà il secondo
sito al mondo. È uno dei motivi per cui questa area dei calanchi, ma in
generale, tutta l’area calanchiva, è costantemente visitata dagli
scienziati di mezzo mondo. Questa area dei calanchi è la parte orografia
di questa regione che più la caratterizza all’interno e all’esterno
dei suoi confini. Tanto che anche enti pubblici, come la Comunità Basso
Sinni, nell’approntare tavole turistiche e la cartellonistica stradale
per indicazioni turistiche, definisce i Calanchi lucani come “il luogo
dell’anima della Basilicata”.
Le Università di mezzo mondo, dopo la scoperta dello strato di
Pleistocene Medio nell’area dei dintorni calanchivi di Montalbano
Jonico, stanno studiando gli interi 600 kmq dell’intera area calanchiva
lucana.
Inoltre, il parco e la tutela del territorio sono propedeutici allo
sviluppo di un indotto turistico di eccellenza e al mantenimento di una
agricoltura di qualità del territori, economicamente molto più
redditizia di qualsiasi royalites a tempo determinatoda elargire ai
territori, anche perché, per i pozzi già estrattivi in Val Basento,
area attigua e confinante con quella dei calanchi, le royalites non
superano i 100 mila euro annui in totale, per tutti i comuni già
interessati dall’estrazione mineraria. mentre tutta l’area calanchiva,
non solo è coltivata da millenni, ma è area di produzioni di pregiate e
antiche e locali qualità di grano (Mayorca, Svevo, Cappello,
Carosello) che nel vicino Parco del Pollino, utilizzando il marchio
dell’area protetta, rappresentano un’opportunità economica e di traino
turistico elevato. Anche gli ulivi sono secolari e pregiati, come
l’oliva Maiatica di Ferrandina, prodotto di un Presidio Slow Food.
L’area produce anche pregiate pere locali e soprattutto, ha un’arancia
tardiva, la Staccia di Tursi Montalbano, che è entrata a far parte
dell’Arca dei Sapori di Slow Food ed è candidata ad entrare anch’essa
nel Presidio dell’importante e internazionale organismo di tutela di
Carlo Petrini.
Inoltre, in tutta l’area dei calanchi, oltre alla originalità
orografica e geologica e agricola, insistono diverse masserie
fortificate, da Montalbano, a Pisticci, a Ferrandina, a Craco, ad
Aliano (dove c’è la casa e la tomba di Carlo Levi), Santarcangelo,
Missanello e Stigliano. Che tutti insieme compongono l’intero territorio
dei Calchi lucani, conosciuti anche dagli autori delle mappe di Google
Heart e dalla stessa Regione Basilicata, visto che ha un progetto di
totale protezione dell’area che si chiama Parco dei Calanchi e degli
Ulivi della Basilicata. Esiste anche un progetto di tutela e di percorso
turistico delle masserie fortificate dell’area.
È risaputo che turismo ed agricoltura non si conciliano affatto con le
ricerche e le estrazioni petrolifere perché inquinano le falde
freatiche, i terreni e l’aria circostante e generano tumore. Le
maggiori compagnie petrolifere americane e inglesi, hanno infatti
sottoscritto con lo Stato della California, un warning sul rischio
cancerogeno di tutta la filiera degli idrocarburi, dalla ricerca
all’immissione nei serbatoi delle auto nelle stazioni di servizio.
L’area è anche nota a livello internazionale come la “TERRA DEI
RAPACI”, visto il numero e la tipologia di razze e varietà di falchi e
falconidi, molti di questi protetti dalle leggi dello Stato ed europee.
L’area è anche dedita al pascolo e all’allevamento sia di razze
generali che delle mucche tipiche podoliche e del suino nero lucano.
Inoltre ancora: nella VIA presentata:
-Non è stato redatto alcuno studio sulle falde acquifere
superficiali e sotterrane;
-Non sono definite nella procedura di Via le sostanze chimiche da
utilizzare per la perforazione né gli esplosivi che utilizzeranno per
procurare onde sismiche per l’indagine del sottosuolo, né che tipo di
rifiuti verranno prodotti, la loro classificazione, le quantità che
finiranno nel terreno e quelle generate complessivamente nelle
operazioni di ricerca petrolifera;
-I prodotti chimici utilizzati per le trivellazioni e per
sciogliere la crosta terrestre ,nonché i fluidi e i fanghi di
perforazione lavorati con sostanze chimiche (in molti casi è stata gia
dimostrata la loro natura tossico e nociva) costituiscono pericolo per
le falde acquifere dei Calanchi, la cui area, oltre alle peculiarità
già elencate, ospita il più grande bacino idrico sotterraneo della
Regione Basilicata, superiore agli stessi invasi artificiali di cui la
Basilicata dispone;
- Non è definita la quantità e qualità dei rifiuti tossici,
speciali e petroliferi che la ricerca di idrocarburi produrrà e come
sarà effettuato lo smaltimento di tali prodotti;
- Non è definita la qualità e la quantità degli inquinanti che
rimarranno nel sottosuolo e soprattutto nell’aria che ricadrà per
l’effetto camino nei campi adiacenti;
- Non è definita in caso di esito positivo l’attività estrattiva,
le quantità di rifiuti liquidi e gassosi e dei fanghi petroliferi che
rischiano di essere assorbiti dall’ambiente esterno;.
- Non esiste nessuna garanzia contro l’inquinamento della falda
superficiale a seguito trivellazioni petrolifere e dei pozzi d’acqua da
cui le abitazioni nei pressi dell’area di trivellazione emungono acqua
di tipo sanitario, agricolo e per gli allevamenti;
- Non esiste un piano di emergenza esterno per le popolazioni
locali e per tutelare il territorio e l’ambiente circostante. Un pozzo
petrolifero è da considerare come un impianto ad alto rischio, per
scoppi, microsismi, subsidenze, inquinamento delle acque, del suolo e
dell’aria.;
- Non esiste una rete di monitoraggio regionale locale che
controlli gli inquinanti petroliferi e pubblichi periodicamente dei
dati che tranquillizzino le popolazioni sullo stato di aria, acqua a
seguito delle estrazioni petrolifere;
- Non esiste alcuna garanzia economica da parte dell’esercente
del pozzo petrolifero su possibili risarcimenti derivanti da danni a
cose e persone o all’ambiente circostante;
- Le opere per realizzare la piattaforma di trivellazione, anche
per i soli permessi di ricerca, riguardano muri e gettate di cemento,
realizzazioni di recinzioni e l’installazione di una enorme torre
petrolifera, in ogni comune chi deve realizzare un piccolo muretto deve
chiedere una regolare concessione edilizia al comune interessato, beni
ambientali, paesaggistici e pagare una serie di oneri. Per cui non
possiamo avere due pesi e due misure, ossia il cittadino è oberato da
mille permessi e una società petrolifera ha una VIA dalla Regione solo
per presa visione del comune interessato;
- L’opera è da considerarsi molto impattante e la semplice affissione
all’albo pretorio dell’avviso VIA senza informare correttamente la
popolazione ad esempio attraverso una assemblea pubblica e/o audizione
pubblica è contro ogni regola di democrazia e partecipazione sociale.
Certi di un Vostro valido riscontro e dell’attenzione che Vorrete
prestare alle nostre osservazioni, in attesa di una bocciatura, si
inviano cordiali saluti.
FIRMATO
L'auspicio è che siamo in tantissimi ad inviare ENTRO IL 30 SETTEMBRE
il documento firmato!
Antonio Bevilacqua.
27 ottobre 2009
SOCIETA'
ENI, POTERI FORTI E POLITICI DEBOLI.
Quella del 20 marzo 2003, la ormai famigerata “seconda guerra del Golfo”, era stata dichiarata da Bush Jr. sulla base di labilissime prove circa la presenza in Iraq di “armi di distruzione di massa” che, appunto, richiedevano un intervento militare. Ma se per l’Afghanistan vi era stata una risoluzione dell’ONU (sia pur discutibile), per l’Iraq abbiamo avuto la decisione UNILATERALE degli USA di intervenire militarmente. Ora, dopo più di sei anni, è chiaro a tutti che il vero motivo di quest’attacco altro non era che l’opportunità di sfruttare le enormi riserve di Greggio di quel paese senza dover sottostare alle richieste del Rais Saddam. Insomma, il petrolio serviva all’occidente e l’occidente si è organizzato con tutti i mezzi, leciti e meno leciti, per andare a prenderselo con la forza. Il nostro paese si è subito schierato con l’”amico” Bush (perché è bene essere chiari: Berlusconi o chiunque altro sono stati "costretti" a schierarsi... e vedremo il perché), ed ha inviato un contingente di uomini e mezzi che ha avuto assegnata la regione di Nassirya. Ora, sembra che quella zona dell’Iraq fosse molto “appetita” dall’ENI; dirò di più: voci non verificate (e non verificabili) parlavano di un accordo in via di definizione col Sanguinario Dittatore Saddam (qualche voce parla addirittura di accordo già stipulato) sull’opportunità da parte del “Cane a sei zampe” di sfruttamento del giacimento dell’area summenzionata. Ovvio che, caduto il rais, l’Eni si era venuta a trovare, come si suol dire, “in braghe di Tela”… ma il problema è stato subito risolto: un contingente di uomini armati, a presidio dell’intera zona, poteva essere un buon viatico – in eventuali accordi con l’alleato Statunitense – per assicurarsi l’opportunità che era venuta meno con l’”esclusione forzata” di Saddam Hussein dal tavolo delle trattative. Queste sono, più o meno, anche le conclusioni cui era arrivato Silvano Ranucci, inviato di Rainews 24, autore di un reportage-inchiesta visibile al seguente sito (vi sono due link a dei filmati del reportage):
http://www.rainews24.it/ran24/inchieste/innomedelpetrolio.asp
Che dire, a questo punto? Che l’Eni non si ferma davanti a nulla! E’ capace di contrattare con spietati dittatori, ma, a quanto pare, ha un’abilità a contrattare anche con stati molto potenti (e che potrebbero opporre veti contro i quali ben poco ci sarebbe da fare), com’è accaduto nel caso in questione. Si può, dunque, a questo punto e con le premesse fatte, avere il lecito sospetto che i “pezzi grossi” della multinazionale del Greggio (che qui in Basilicata conosciamo piuttosto bene), siano stati in grado di esercitare pressioni di una certa efficacia nei confronti dei nostri governanti? Al punto tale di convincerli a schierare uomini e mezzi in una guerra di invasione che per la nostra costituzione non è cosa legittima? Sospettare, ovviamente, non è proprio una cosa da “pellegrini”, come si vorrebbe far credere. E l’inchiesta di Ranucci, a quanto pare, avalla questi sospetti. Inoltre, non dimentichiamocelo, presidiare l’area di Nassirya ha avuto un costo anche in vite umane!
Poi, qualche giorno fa, mi imbatto nel seguente articolo, sempre sul sito di Rainews 24:
http://www.rainews24.it/it/news.php?newsid=132871
dopo aver letto quanto riportato (le dichiarazioni fatte da Scaroni, Amministratore Delegato dell’ENI, al Financial Times), diciamo che è stato facile arrivare alla quadratura del Cerchio. Insomma, sei anni di “guerra”, hanno fruttato alla multinazionale del Greggio, il diritto di sfruttamento di uno dei più colossali giacimenti petroliferi dell’intero globo terraqueo: il giacimento di Zubair! E la cosa che più mi fa riflettere e masticare amaro, sta nel fatto che, in questo caso, l’Eni avrà, a nostre spese (cioè a spese del contribuente italiano) anche la protezione dei nostri militari. Eh sì! Giorno dopo giorno, questi potenti signori, diventano sempre più efficienti! Se in Nigeria erano costretti, per una questione di labile sicurezza in quel paese martoriato da guerriglia permanente, a “pagarsi” un servizio di sicurezza di tasca propria (oltre a versare royalties ben più consistenti di quelle che vengono “elemosinate” alla Basilicata), oggi possiamo dire che questi signori avranno una protezione militare pressocchè gratuita (per loro) e abbastanza onerosa per noi contribuenti.
Non c’è che dire: se le cose stanno così, che speranze rimangono in questa regione, a parte la “bufala” del prezzo del carburante ridotto e del continuo sbandierare un’opportunità di sviluppo che non si vede mai? E possiamo ancora avere un minimo di fiducia nei confronti di questa classe dirigente (tutta, in maniera trasversale) che pare rassegnata a subire supinamente lo strapotere delle Multinazionali dell'energia?
Vogliamo continuare a meditare gente?
9 febbraio 2009
POLITICA
PERCHE' IN ITALIA NON PUO' SCOPPIARE LA RIVOLUZIONE?
Tra Facebook e internet in genere, mi sono imbattuto in un video, pubblicato su Youtube, che ha dell'inquietante: consiglio a tutti di guardarlo attentamente prima di proseguire con la lettura del post:
Perché ho utilizzato il termine "Inquietante"? Semplicemente perché in questo video sono messe in chiaro quelle informazioni che tutti noi abbiamo già... solo che rimangono dormienti nelle profondità della nostra coscienza. Il video ha il solo merito di riportarle a galla. Ora, alla luce delle considerazioni sia di Galimberti, sia di Padre Zanotelli, possiamo dire che queste cose non le sapevamo? Possiamo dire che non è vero che "gli anziani non faranno mai la rivoluzione"? Perché in Italia (e nel mondo) la rivoluzione è un atto impossibile? Probabilmente perché lasciamo che ciò che è già patrimonio delle nostre conoscenze e informazioni rimanga nelle profondità. Non facciamo nulla per riportare a galla tutto ciò. Ma, a pensarci bene, se nella nostra regione l'"Affaire petrolio" non ha portato benefici di nessun genere, se il lavoro, nonostante lo tsunami di fondi europei, giunti nelle casse regionali da Bruxelles, è una chimera e i giovani non trovano alcuna alternativa se non quella di scappare verso altri lidi... cosa aspettiamo a sbattere la porta in faccia sia alla Destra che alla Sinistra e non cominciamo a riprenderci ciò che è nostro? Vale a dire, la nostra Regione, il nostro paese, il nostro mondo? Ecco! Quando dicevo che "IL GOVERNO OMBRA DI QUESTO PAESE DOBBIAMO ESSERE NOI CITTADINI" intendevo proprio questo. Che bisogna prendere coscienza di ciò che è prigioniero delle pieghe della nostra mente. Che dobbiamo riappropriarci di ciò che è nostro. E ciò è possibile soltanto scendendo nel mondo... non rimanendo alla finestra a guardare ciò che il POTERE ha deciso per noi!
6 agosto 2008
ECONOMIA
PENSIERI IN LIBERTA' (ATTENDENDO LE FERIE).
Sono giorni che non si sente più parlare di "Caro-petrolio". E il malfidato cronico che è in me ha ben pensato di provare a prendere informazioni (soprattutto dopo aver fatto rifornimento nella serata di ieri e aver notato che il gasolio è passato da € 1,514 di due settimane fa, a € 1.473 di ieri). Mi sono detto: "Vuoi vedere che c'è stato un piccolo ribasso del prezzo al barile?". Con google sono finito qui ed ho anche avuto la possibilità di copincollare il codice per il seguente grafico:
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