2 marzo 2010
SOCIETA'
PICCOLA STORIELLA.
Anni fa, un collega d'ufficio di mio padre, che si occupava di formazione e lavoro, mi raccontò un episodio particolare riguardante le selezioni del personale, diciamo così, qualificato per lo stabilimento SATA (FIAT) di San Nicola di Melfi. Gli addetti alla selezione del personale di fascia medio-alta, cercavano delle persone con attitudini di natura manageriale-dirigenziale. In una grande stanza, vennero lasciate, in attesa, una decina di persone che, presumibilmente, avevano i titoli ed i curricula in regola con quelle che avrebbero potuto essere le mansioni da ricoprire per quell'incarico. La stanza era abbastanza spoglia, con un certo numero di sedie posizionate lungo le pareti, un tavolino con un telefono in bella mostra e un enorme specchio al centro di una delle quattro pareti. I "candidati" a questo ufficio, vennero lasciati per più di un'ora in balìa di se stessi nello stanzone. Si poteva osservare qualcuno che cominciava a spazientirsi ed a sbuffare per l'attesa. Altri che rimanevano, imperturbabili, seduti al proprio posto. Altri che cominciavano ad alzarsi e a mostrare segni di impazienza (guardarsi all'enorme specchio una miriade di volte, ritornare a sedere, alzarsi ed andare alla finestra, mormorare frasi incomprensibili tra i denti e via discorrendo). Tra tutte queste persone che, in svariati modi, cercavano di allontanare il disagio di essere stati lasciati ad attendere chissà cosa in quel limbo, c'era un tale che, fin dal primo momento, avendo guardato più volte l'orologio, aveva cominciato a muoversi verso il tavolino su cui era posizionato il telefono ed aveva cominciato a fare una serie di chiamate (tra la meraviglia, il disappunto e, talvolta, la disapprovazione degli altri presenti). E la cosa era andata avanti per un bel po'. Indovinate chi si è accaparrato il posto? Indovinato!!!! Proprio quest'ultimo personaggio. Alla faccia di tutti coloro che avevano aspettato pazientemente un colloquio (magari supportato da curricula chilometrici e chiacchiere a gogo su svariati temi riguardanti management e così via). Ecco, uno degli aspetti della società della quale siamo parte, è proprio questo: gli intraprendenti e coloro che sono abituati ad "aggirare" regole e regolamenti, sono coloro che sono ben visti dal panorama produttivo. Coloro che si illudono di potersi muovere all'interno di regole di comportamento, diciamo così, di buona creanza, non sono appetiti dalle grosse società. Che piaccia o meno, purtroppo, è così. Anche se ci possono essere modi per riuscire a riportare il tutto su binari differenti, la cosa non è facile. Ah, per quei pochissimi che non l'avessero capito, il mega specchio che campeggiava al centro di una delle pareti dello stanzone, altro non era che un vetro a specchio... e dietro c'erano coloro che dovevano provvedere alla selezione. Chissà se oggi, con le norme sulla privacy che ci gravano sulla testa, è ancora possibile operare con gli specchi segreti.
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| inviato da Nathan 2000 il 2/3/2010 alle 12:10 | |
9 febbraio 2009
POLITICA
PERCHE' IN ITALIA NON PUO' SCOPPIARE LA RIVOLUZIONE?
Tra Facebook e internet in genere, mi sono imbattuto in un video, pubblicato su Youtube, che ha dell'inquietante: consiglio a tutti di guardarlo attentamente prima di proseguire con la lettura del post:
Perché ho utilizzato il termine "Inquietante"? Semplicemente perché in questo video sono messe in chiaro quelle informazioni che tutti noi abbiamo già... solo che rimangono dormienti nelle profondità della nostra coscienza. Il video ha il solo merito di riportarle a galla. Ora, alla luce delle considerazioni sia di Galimberti, sia di Padre Zanotelli, possiamo dire che queste cose non le sapevamo? Possiamo dire che non è vero che "gli anziani non faranno mai la rivoluzione"? Perché in Italia (e nel mondo) la rivoluzione è un atto impossibile? Probabilmente perché lasciamo che ciò che è già patrimonio delle nostre conoscenze e informazioni rimanga nelle profondità. Non facciamo nulla per riportare a galla tutto ciò. Ma, a pensarci bene, se nella nostra regione l'"Affaire petrolio" non ha portato benefici di nessun genere, se il lavoro, nonostante lo tsunami di fondi europei, giunti nelle casse regionali da Bruxelles, è una chimera e i giovani non trovano alcuna alternativa se non quella di scappare verso altri lidi... cosa aspettiamo a sbattere la porta in faccia sia alla Destra che alla Sinistra e non cominciamo a riprenderci ciò che è nostro? Vale a dire, la nostra Regione, il nostro paese, il nostro mondo? Ecco! Quando dicevo che "IL GOVERNO OMBRA DI QUESTO PAESE DOBBIAMO ESSERE NOI CITTADINI" intendevo proprio questo. Che bisogna prendere coscienza di ciò che è prigioniero delle pieghe della nostra mente. Che dobbiamo riappropriarci di ciò che è nostro. E ciò è possibile soltanto scendendo nel mondo... non rimanendo alla finestra a guardare ciò che il POTERE ha deciso per noi!
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