3 marzo 2018
sentimenti
AMAREZZA... NIENT'ALTRO.
Un inutile dato statistico di menefreghisti…. La Gabanelli
definisce così chi si asterrà dal voto il 4 marzo. E la cosa mi lascia molto ma
molto deluso. Perché in quella schiera di persone che non andrà alle urne il 4
marzo, ci sarà, senza ombra di dubbio, una nutrita schiera di menefreghisti. Ma sono sicuro che la
percentuale non è cospicua al punto tale da poter avere la sicumera (leggi arroganza) di
affermare che chiunque si asterrà dal voto possa essere “un inutile dato
statistico di menefreghisti”. Posso rispondere con un Gaber d’annata?
“E allora come si fa a tacciare di sterile menefreghismo uno che non vota?
Potrebbe essere un rifiuto forte e cosciente di "questa" politica.
No, perché non è mica facile non andare a votare. Soprattutto non è bello farlo
così, a cuor leggero, o addirittura farsene un vanto. C'è dentro il disagio di
non appartenere più a niente, di essere diventati totalmente impotenti. C'è
dentro il dolore di essere diventati così poveri di ideali, senza più uno
slancio, un sogno, una proposta, una fede.
È come una specie di resa.
Ma al di là di chi vota e di chi non vota, al di là dell'intervento, al di là
del fare o non fare politica, l'importante sarebbe continuare a
"essere" politici. Perché in ogni parola, in ogni gesto, in qualsiasi
azione normale, in qualsiasi momento della nostra vita, ognuno di noi ha la
possibilità di esprimere il suo pensiero di uomo e soprattutto di uomo che vuol
vivere con gli uomini.
E questo non è un diritto. È un dovere.” Giorgio Gaber – Il Voto.
Questo per sottolineare che Gaber viene citato molto spesso “a
cazzo”… e che il suo “Libertà è partecipazione” significa ben altro che
partecipare a quella giostra che le elezioni in questo paese sono diventate. E
il prossimo che mi rompe le gonadi con la solita menata “Se non voti poi non
avrai il diritto di lamentarti di nulla” sappia che, nel momento in cui sarà
libero di lamentarsi (che altro non saprà fare), il sottoscritto sarà impegnato
ad “essere” politico impegnandosi in politica attiva come ha sempre fatto nella
sua vita. Ho avuto modo di dirlo e scriverlo migliaia di volte: “La Democrazia
non ha nulla a che fare con una scheda e una matita”. E quello che ha affermato
la Gabanelli mi provoca solo amarezza… nient’altro.
5 giugno 2015
POLITICA
RIANIMIAMO QUESTO PAESE.
"Una delle punizioni che ti spettano per non aver partecipato alla
politica è di essere governato da esseri inferiori." Platone aveva
sintetizzato, con questa frase, il problema principale del mondo. E questa
frase di Platone io la voglio “scagliare”, sbattere in faccia a coloro che non partecipano alla
politica e non per attaccare quelli che non partecipano alle elezioni! Partecipazione e
democrazia nulla hanno a che fare con l’avere tra le mani una matita e una
scheda elettorale. Perché la situazione del nostro paese (ma anche del resto
del mondo, sia chiaro), è un'assenza di partecipazione all'attività politica,
prima che un'assenza dalle urne. Tra chi non partecipa attivamente alla vita
politica (anche con la presenza in un semplice comitato di quartiere) e chi non
partecipa alle elezioni, preferisco spezzare una lancia a favore della seconda
categoria. Ma la seconda categoria, badate bene, deriva direttamente dalla
prima!!! I gruppi di potere (economico, politico e via di questo passo) hanno
costruito una società portata all’appiattimento su un semplice concetto: La
politica è un affare sporco! Prova ne sia il fatto che in tanti possono
obiettare alle mie considerazioni precedenti, con un semplice: “Non appena entri
nel giro dell’attività politica, subito vieni inquinato dal malcostume che
domina nell’agone politico”. Potrebbe essere vero, tutto ciò… ma basta
pochissimo per demolire anche questo labile teorema. Partiamo da un periodo
relativamente lontano nel tempo: il periodo in cui si decise che le sezioni di
Partito dovessero venire trasformate in “Circoli”. I circoli sono luoghi-non
luoghi, a mio avviso. Sono deputati ad essere spazi “non occupati”, perché il “circolare”
delle persone all’interno diventa una cosa liquida… per non dire gassosa. In
tempi relativamente lontani, le sezioni di Partito erano luoghi nei quali l’appartenenza
ad una “parte” del paese era sentita in maniera profonda. Il solo entrare in
quei luoghi ti faceva sentire parte integrante del Paese, perché sapevi che la
tua partecipazione, in qualche modo, serviva a portare avanti istanze generali,
progetti tendenti al bene collettivo più che interessi di pochi. Certo, c’era
chi, attraverso l’attività all’interno del Partito, era più interessato a
perseguire interessi personali o di gruppi ristretti di persone… ma sfuggire al
controllo di centinaia di iscritti e attivisti-partecipanti alla vita del
Partito non era facile come, invece, sembra diventato da qualche lustro.
Insomma, il modo per
non rischiare di venire inquinati dal malcostume politico, a rifletterci bene, rimane
ancora quello di avere strutture di Partito nelle cui sezioni locali (ce n’erano
finanche nei paesini più sperduti del paese) vi sia la partecipazione di grandi numeri
di cittadini, portatori di istanze particolari che, una volta entrate nella
dialettica politica, diventino istanze collettive e progetto di una società
orientata alla crescita del Paese in tutti i sensi. Con queste considerazioni non
sto facendo alcun tipo di propaganda per un partito o per un altro. Sto
solamente dicendo che se le sezioni di partito rimanessero presidiate da gente
che controlla coloro che siedono nei
posti di rilievo, allora qualche speranza che "l'inquinamento" possa
evitarsi c'è. Ma noi siamo stati abituati, fin da piccoli, che la nostra
coscienza sarebbe stata "a posto" con una croce fatta con una matita
su una scheda elettorale. E questo ci
ha allontanati, poco alla volta, dalla partecipazione “ATTIVA” alla vita
politica. Le sezioni di Partito, scomode per gli interessi dei comitati d’affari
che, nella presenza dei cittadini alla vita politica vedevano un impedimento,
ci ha portati, giorno dopo giorno, a quella liquidità della partecipazione che
ha inventato, ad un certo punto, i “Circoli”… che proprio per questo aspetto di
disimpegno da parte della gente, hanno consentito ai portatori di interessi
particolari, personali o oligarchici, all’inquinamento quasi irrimediabile dei
costumi politici.
Tutto è diventato “soluzione calata dall’alto” (non
ultima quella delle candidature, imposte da una ristretta cerchia di
maggiorenti dei Partiti politici che, in quanto portatori di istanze personali
o di comitati d’affari, non proponevano più persone di chiara preparazione
culturale e politica, ma solo degli “Yes-men” che dovevano farsi esecutori
materiali di progetti che poco avevano a che fare col bene comune. Ovvio che,
da un ventennio a questa parte, ci siamo ritrovati nelle stanze dei bottoni
soltanto persone che, dietro lauti compensi che non venivano “osteggiati” da
nessuno, si ritrovavano ad eseguire ordini precisi di ristrette cerchie di
gruppi di potere economico-finanziario che li avevano piazzati in quei posti
proprio con questo scopo.
Cosa pensate che sia questa storia di Jovanotti e del
"lavorare gratis" che è sotto i riflettori in questi giorni? Tutti a
pontificare e sentenziare su qualcosa che avrebbe detto il noto intellettuale
Jovanotti.... e la cosa mi fa sorridere. Perché, a ben pensarci, visti i
compensi di una cospicua parte di persone, in questo paese, direi che, fatti
due conti, il mio stipendio potrebbe essere equiparato ad un lavorare gratis...
cittadini che non hanno più prospettive o margini di sogno e progettazione
perché la politica si è fatta promotrice di istanze che non riguardano più i summenzionati
cittadini, ma solo interessi particolari dei gruppi economico-finanziari ai
quali, non è un segreto per nessuno, la possibilità che i cittadini possano vivere in
maniera dignitosa la propria esistenza diventa un fastidio.
Ora, che Lorenzo Cherubini, detto Jovanotti, esprima
le sue opinioni mi pare che possa essere una cosa legittima. Quelli che
prendono le sue difese o scagliano le proprie accuse al cantante, invece, mi
danno l’impressione di blaterare soltanto (siano essi personaggi di una qualche
fama o semplici cittadini sconosciuti). E, soprattutto, blaterano sulla scorta
di ideologie che, secondo i più, sarebbero morte (ma che, a mio avviso, sono
più vive che mai)... appoggiandosi a dei cadaveri e facendoli ritornare in
vita... ma un ritorno in vita peggiorativo
rispetto a ciò che queste ideologie erano prima della presunta dipartita. E non distante dalla ricorrenza dell’anniversario
della Repubblica Italiana, quando si mandò via la dinastia cialtrona dei Savoia,
oggi ci vorrebbe un moto di orgoglio dei cittadini Italiani per liberare
l'Italia dalla generazione cialtrona degli attuali politici.
Ultima riflessione: la tornata elettorale che ha
visto il trionfo dell’astensionismo, mi stimola la seguente domanda: qual è,
secondo quelli che parlano e scrivono bene, questa famosa "opinione
pubblica"? Quella che è andata a votare o quella che non è andata a
votare? Ecco! Ciò che non si riesce a comprendere (secondo il mio immodesto
parere) è il fatto che ci hanno riempito la testa col concetto di “opinione
pubblica” (roba che va comodamente bene ai comitati d’affari che prosperano in
questo paese come nel resto del mondo) e ci hanno fatto perdere di vista un
concetto che, invece, è diametralmente opposto: quello di “Coscienza collettiva”…
che può essere realizzata solo se, quanto prima, si ritornerà a diventare
cittadini attivi nella politica. Magari riaprendo le sezioni di partito e
ritagliandosi, ognuno di noi, uno spazio quotidiano da dedicare anche al Paese.
Cosa che, apparentemente, sta provando a fare il Movimento 5 stelle… dico
apparentemente perché, a ben guardare, partecipare “on line”, non mi pare cosa
differente dai summenzionati “circoli”. Insomma, c’è da ricostruire un Paese
come fosse reduce da una guerra… e per farlo bisognerebbe
che la maggioranza dei cittadini cominciassero a riaffollare i partiti...
perché starci dentro, anche se sono ridotti a cloache maleodoranti, servirebbe
a non lasciare grossi margini di manovra agli affaristi che, invece, prosperano
proprio per l'assenza di attivismo all'interno dei partiti. La partecipazione è
questa, non una scheda e una matita, secondo me. Questo era il messaggio di
Gaber, secondo il mio personale punto di vista: partecipazione come persone
attive, che si muovono in prima persona all'interno delle strutture che, poi,
devono esprimere classe dirigente del paese.
Concludendo: vogliamo resuscitare la democrazia
(intesa come partecipazione, alla Gaber, per intenderci)? Chiudiamo i circoli e
gli account internet e riapriamo le sezioni. Qualunque sia il partito, bisogna
consentire alla gente di partecipare alla sua vita. Altrimenti, Democrazia
rimarrà solo uno dei vocaboli contenuti nello Zingarelli o Devoto-Oli o
Treccani e via di questo passo. E le urne diventeranno sempre più vuote. Prima
che sia troppo tardi, rianimiamo questo Paese.
7 marzo 2013
SOCIETA'
FRAMMENTI DI SOCIAL NETWORK.
Un post tutto formato da quella collezione di frammenti di facebook…
voglio dire, il social network è come un deposito di cocci. Un insieme di pezzi
di vetro di un contenitore che, per la sua particolarità, è come una bottiglia
nata già in frantumi. Una nota, tutto sommato, è semplicemente un frammento più
grosso di un “oggetto” che non potrà mai essere intero; altrettanto dicasi per
un commento o per un semplice click su quella detestabile opzione arcinota come “Mi
piace”… ma è così per tutte le cose umane, si capisce!!! Riflettendo su questa storia
dei “cocci”, oggi, mi è venuto in mente che
si potrebbe mettere assieme le riflessioni che sono scaturite in una giornata
on line, una giornata passata scambiandosi opinioni sul social network. E mi va
di partire proprio dalla prima cosa che mi è venuta in mente, rivedendo con la
memoria uno scambio di vedute con uno dei miei contatti; opinioni che non ci
siamo scambiati pubblicamente, ma con quello strumento infernale che è la posta
elettronica di Fb. Vabbè, sto divagando!!! Durante questo scambio di idee, ho
scritto, più o meno, ciò che segue: Gli uomini, non sono dei santi; sono uomini e, in quanto tali,
sono soggetti all'errore. Ma penso che sia una trentina d'anni che in questo
paese, gli uomini si siano estinti... siamo diventati più individualisti di
quanto non lo fossimo già. E non si fanno errori, ma calcoli!!! L'italiano non è uno che fa errori...
l'italiano è uno che si fa i suoi calcoli. Qualche volta sbaglia i calcoli!!!
Non posso fare a meno di tentare di chiarire cosa io volessi dire… è naturale
che questa riflessione mi sia venuta in mente pensando al cittadino italiano
che, come al solito, fattisi due conti in tasca, ha deciso di esprimersi, con
quello strumento di democrazia che chiamano elezioni (anche se non mi stancherò
mai di ripetere a me stesso e a chi ha voglia di ascoltare, che la Democrazia non è tale solo perché ti viene
data una matita e una scheda elettorale) e di voltare pagina (almeno nelle
speranze). Tutti ad affannarsi nel valutare questi episodi come visceralità. Un
voto di pancia, è stata l’opinione che è andata per la maggiore. Ma, a mio
avviso, in questo paese, la pancia è solo uno stimolo in più a fare i propri
calcoli. Era già accaduto nell’epopea
della “Rivoluzione liberale” annunciata da Berlusconi e Forza Italia (e conosco
tanta gente che c’è cascata, in quell’annuncio di rivoluzione… aveva votato con
il calcolo della pancia e, quasi subito s’era resa conto di aver sbagliato).
Succede ancora oggi, con la pretesa (e non presunta) “Rivoluzione pacifica” del
Movimento 5 stelle di Beppe Grillo. Anche stavolta, la pancia ha diretto il
calcolo che una parte degli italiani s’è fatto. E ne è venuto fuori ciò che ne
è venuto. Ovvio, che in quest’orgia di contentezza, nessuno presta più ascolto
al buon senso e alla ragione. Anzi, è un periodo nel quale è preferibile non
cercare di convincere nessuno… insomma, se mi si lascia passare la metafora, è
come se tutti stessero consumando un atto sessuale e, si sa, nei momenti nei
quali si è completamente “infoiati” non c’è ragione, per quanto valida, che
possa distogliere da quello che è il fine ultimo del sesso: l’Orgasmo!
Riassumendo, a mio avviso, anche stavolta c’è stato un moto di pancia che ha
stimolato i calcoli della gente… e si è arrivati a quest’orgia collettiva che,
a mio parere, durerà ancora del tempo. Una volta raggiunto l’orgasmo, quelli che si saranno resi conto di aver fatto male
i conti, aspetteranno il momento buono per ripensare il tutto… ma, e questo è
il difetto italico, ce ne saranno tanti che andranno a rimpiazzarli e la storia
durerà ancora tanto: non siamo, forse, quelli che Flaiano definiva "pronti a venire in soccorso del vincitore"?
Ho provato anche a scrivere, visto che è partito il solito gioco al massacro
delle “pulci” che la stampa fa a Grillo e i suoi seguaci, che tutto ciò era
ampiamente preventivabile. Ma, ovviamente, anche qui c’è in gioco il momento
dell’orgasmo che non è ancora passato… per cui, tutti stanno a maledire e
stramaledire tutti i “dissidenti” (dell’informazione e del buon senso, poco
conta). Addirittura c’è chi scrive di aspettare Grillo “al varco”, ma di voler
vedere prima cosa farà. E che tutto quest’accanimento non c’era stato quando
Berlusconi era al potere. Ora, a parte il fatto che questa mi sembra una
barzelletta, e lungi da me il voler prendere le difese di Berlusconi, che
continuerò a considerare sempre il maggiore responsabile di ciò che è accaduto…
ma la sbornia collettiva ha chiuso per bene tutte le menti e, soprattutto, la
facoltà di discernere delle persone!!! E tutta questa “divinizzazione” della rete…
ma non si rendono conto che la rete è un’arma a doppio taglio? Se la usi come
strumento per migliorare te stesso e anche il tuo modo di comunicare, allora
sarà una vera risorsa. Ma se la vuoi usare per lanciare la tua verità al di
sopra di qualunque altra beh… potrà anche ritorcersi contro di te. Far
diventare il web come una divinità, poi, è quanto di più assurdo si possa
ascoltare. Addirittura le elezioni on line diverrebbero più libere… perché non
ci sarebbero quelle figure “minacciose” nei seggi ad ammonirti e a ricordarti
per chi votare!!! Ma io, nella mia vita, e lavorando molto con il computer e
con la rete, ho visto persone che “smanettavano” in maniera tale da tirar fuori
cose incredibili. Non oso pensare ad un voto on line preda di hackers di
professione!!!!! Vado a concludere questo post di frammenti di social network…
dicendo che, probabilmente, non ho capito nulla e che la mia valutazione sarà,
certamente, errata. Ma prima di ammettere che ho commesso errori, aspetto che
arrivi, finalmente, l’orgasmo e, magari, nel periodo refrattario, accada
qualcosa che faccia ritornare la ragione a chi l’ha persa in preda agli “ormoni
della rivoluzione”. Nel frattempo, mi dedicherò al mio spazio più gradito, nei
momenti liberi: la mia famiglia…
18 dicembre 2012
POLITICA
MERITOCRAZIA... MA CE LA MERITIAMO LA DEMOCRAZIA?
Sia chiaro: sono un sostenitore della meritocrazia! E, ovviamente, a chiunque lo si domandi, la risposta sarà per tutti la medesima: SONO UN SOSTENITORE DELLA MERITOCRAZIA! Anche coloro che, magari grazie a qualche aiutino, sono giunti ad ottenere posizioni che, altrimenti, sarebbero andate a qualcuno più meritevole (sia pure per pochissimi "millimetri"), diranno a chiunque glielo chieda, che sono favorevolissimi alla meritocrazia. Ma questo nostro benedetto paese, baciato dal sole, posto su una penisola bellissima adagiata nel Mediterraneo, è quello stesso paese nel quale vige la "LEGGE" del "Qui NESSUNO è fesso". Pertanto, visto che nessuno è fesso, sono in tanti a ritenere cosa legittima e sacrosanta, di avvalersi di un "aiutino" per giungere a coronare i propri sogni o per raggiungere la posizione agognata... e se per quell'aiutino, ci sarà qualcuno "danneggiato" beh: vorrà dire che quel qualcuno non aveva l'aiutino giusto, no? E a giustificazione di ciò, si porta la riflessione che tante volte è accaduto che gente che aveva l'aiutino giusto è passata davanti a noi. E siccome non siamo fessi, è arrivato il momento in cui abbiamo deciso di utilizzare gli stessi mezzi ed "aiutini", per ottenere ciò che da tempo ci sarebbe spettato. Ora, se la parte più "comune", più "normale" del paese ha sempre funzionato in questo modo, se si è fatto "SISTEMA" un modo siffatto di concepire le postazioni, più o meno importanti, della cossiddetta Società Civile, allora, perché meravigliarsi del fatto che, poi, nelle postazioni che "contano", quelle nelle quali si amministra il Potere, debba essere differente? Perché, siamo franchi: se per ottenere un posto, sia pure di basso livello, in una qualunque amministrazione pubblica, invece di lavorare duro, invece di metterci tutto l'impegno e il sudore necessario a meritarselo, questo posto, si preferisce la "scorciatoia" dell'amico, o degli "amici di amici" (in gergo "compari"), del "Santo in Paradiso e chi più ne ha più ne metta... perché mai dovremmo pensare che, invece, per ottenere una postazione di potere (che parte dall'esponente del più periferico dei Comitati di Quartiere fino ad uno scranno di Parlamentare), i giochi dovrebbero essere differenti? Anzi, coloro che vanno ad occupare le posizioni di potere, ti prendono pure in giro, se gli fai qualche appunto, con la fatidica frase: "Sono stato eletto dai Cittadini". Dunque, dove vorrei arrivare con questa riflessione? Beh, semplice!!! Siamo in tanti, forse troppi, ad essere nauseati da ciò che ogni giorno vediamo compiuto dai nostri rappresentanti "Alti": dai rappresentanti parlamentari ed istituzionali a carattere nazionale fino ai nostri rappresentanti meno alti (consiglieri regionali, provinciali o comunali). Ma questi "signori", mi domando: come sono arrivati in quei posti? Per meriti? Perché all'inizio del loro percorso si sono rimboccati le maniche, hanno sudato le fatidiche "sette camicie" e, quindi, hanno superato le prove alle quali erano stati sottoposti? Certo, per ottenere dei risultati, hanno sì lavorato e si sono impegnati... ma alla fine, diciamoci la verità: anche loro hanno fatto ricorso a "compari" ed amici per raggiungere il loro sogno. La conclusione, allora, è la seguente: è colpa un po' di tutti noi, se le cose che ci nauseano, poi, accadono comunque. Perché non abbiamo voluto dire un NO secco a chi, venendo da noi, e ricordandoci un favore fatto chissà quanti anni prima, è venuto ad incassare la sua cambiale!!! Ed è colpa soprattutto nostra, che non ci impegnamo in prima persona, che continuiamo a delegare e delegare e ancora delegare qualcuno che faccia, al posto nostro, ciò che dovremmo, invece, fare noi in prima persona. Ho sempre pensato che se il marciapiede davanti casa mia è pieno di rifiuti, foglie secche e cartacce, ho davanti a me due alternative: o armarmi di ramazza e pulirmelo da me, oppure aspettare che qualcuno lo faccia per me. Perché non dovrebbe valere la stessa cosa se, al posto del marciapiede, vi fosse la Res Publica? Ecco, per parlare di Meritocrazia a tutto tondo, dovremmo cominciare da questa domanda: Meritocrazia... ma ce la meritiamo, la Democrazia? Io dico che, almeno per ciò che si è visto finora, questa democrazia benedetta, non ce la meritiamo affatto. E chi occupa le posizioni più alte in questo paese, ce lo sta sbattendo sul grugno ogni giorno, questo nostro non merito. Come ogni cosa, anche la Democrazia è qualcosa che bisogna meritarsi. E per meritarsi qualcosa, c'è bisogno di rimboccarsi le manche, lavorare duro, sudare!!! Se non avremo sudato abbastanza, non ce la saremo meritata per nulla, la Democrazia.
meritocrazia
democrazia
impegno
potere
| inviato da Nathan 2000 il 18/12/2012 alle 22:45 | |
2 aprile 2008
POLITICA
DEMOCRAZIA?
Sono un membro del Meetup potentino di Beppe Grillo. Il link al meetup lo trovate alla sinistra del vostro monitor (avendo cura di rotolare un pochino verso il basso). Abbiamo ricevuto una comunicazione dagli amici del Meetup Matera 2 (Sassi Emigranti), corredata di filmato, che pubblico di seguito e le cui immagini, posso affermare fin d'ora, SI COMMENTANO DA SOLE!
(Aggiornamento del 3.04.2008 alle ore 10,30)
E penso alla Democrazia! Ed il video degli amici materani è un esempio del rischio che corre la nostra titubante Democrazia. Tutti i visitatori del mio blog conoscono la mia posizione nei confronti della battaglia politica di Giuliano Ferrara: è esattamente agli antipodi! Eppure mi sento di affermare che la contestazione (chiamiamola così) di ieri a Bologna, sia stato un episodio riprovevole. Per un attimo…. solo per un attimo, però, i pomodori spiaccicati sul cappotto di Giulianone, hanno suscitato in me un pizzico di ilarità. Poi me ne sono pentito! Perché? Perché, accoccolandomi dietro la massima di Voltaire, io credo che ognuno abbia il diritto di esporre il proprio pensiero senza che la violenza, di qualsiasi tipo, prenda il posto del dissenso da questa posizione. Mi conforta di non essere solo in questa posizione, visto l’articolo di Miriam Mafai. AMICI. LA DEMOCRAZIA È IN PERICOLO OGNI VOLTA CHE UNA OPINIONE VIENE CONTRASTATA CON VIOLENZA E MINACCE E INTOLLERANZA! Il video degli amici del Meetup Sassi Emigranti è una denuncia in questo senso…. ma anche le manifestazioni di intolleranza nei confronti di una posizione OPINABILE, come quella di Giuliano Ferrara, sono una denuncia di una democrazia in pericolo!
(Aggiornamento del 3.04.2008 alle ore 13,20)
Prima una foto

Poi qui il collegamento, tramite Ulisse e Nausicaa (scusate ragazzi, ma vi ho fatto visita soltanto oggi) ad un altro episodio di non brillante tolleranza (così salvo la par condicio). Inoltre è divertente il passaggio da Qui Matera Libera a Qui Bologna Libera per leggere l’articolo intero e i relativi commenti. Continuiamo a parlare di Democrazia (maiuscola) e di intolleranza!
(Aggiornamento del 3.04.2008 alle ore 16,25)
Tra le tante situazioni di menefreghismo dei leaders politici per le richieste dei loro potenziali elettori, sempre grazie ai ragazzi di Qui Bologna Libera, si può visionare il seguente video (dura soltanto 5 minuti)
Ecco un esempio di Democrazia da colui che, magari, non ti saresti aspettato (vista la ruvidezza del personaggio). Di Pietro si è dimostrato molto più disponibile alle domande dei cittadini di quanto non abbiano dimostrato altri parolai. Se non fosse per la situazione equivoca della gestione personalistica dei rimborsi elettorali, il buon Tonino, con questa sua mossa, mi avrebbe convinto a votare per lui. Ma, al momento, propendo sempre per il Voto - Non voto. Ma i leaders di tutti gli altri schieramenti farebbero, comunque, bene a prendere esempio da lui.
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