8 gennaio 2009
diritti
BEPPE ALFANO... PER NON DIMENTICARE!
 |
Beppe Alfano era un insegnante di Educazione tecnica con nelle vene il virus del giornalismo. Ma non pensate al giornalismo come l'hanno ridotto negli ultimi anni, no... era un giornalista che amava questo mestiere e che, soprattutto, amava la "Verità". Non è mia intenzione raccontare qui la sua storia! Non riuscirei ad essere chiaro ed incisivo quanto il racconto fatto MAGISTRALMENTE qui. Il mio compito, oggi, è quello di ricordare (in un paese che, tendenzialmente, è portato a consegnare il ricordo dei propri eroi all'oblio). Sedici anni fa, proprio in questo giorno, veniva assassinato brutalmente da un killer di mafia. La sua colpa? Quella di aver scoperto, probabilmente qualcosa di scomodo... troppo! | E' probabile che la sua inguaribile curiosità l'abbia portato a scoprire strani intrecci tra criminalità organizzata e non meglio identificati gruppi di poteri occulti (logge deviate, è presumibile). E questo è stato il capo di imputazione che ha portato alla sua condanna a morte da parte di Cosa Nostra. Si era, in questo modo, verificata la concomitanza di Pericolosità e Isolamento di cui aveva parlato il Generale Dalla Chiesa a Giorgio Bocca nella sua ultima intervista. Non va dimenticato, infatti, che il giornalista, iscritto al MSI-DN, era stato lasciato solo anche dal suo partito. Insomma, Beppe Alfano era divenuto troppo pericoloso. E, siccome era un bersaglio isolato, si doveva eliminarlo alla svelta.
A delitto avvenuto, l'abitazione di Alfano si è riempita di inquirenti, investigatori e vari personaggi. Nulla è stato trovato delle informazioni di cui avrebbe dovuto disporre il cronista... la cosa, per un sospettoso come il sottoscritto, puzza un po'. Infatti mi vengono in mente le parole di Giuseppe Ayala, nel suo libro "Chi ha paura Muore ogni giorno":
C'è qualcuno in questo Paese che si occupa della sottrazione dei documenti più personali delle vittime - cossiddette "eccellenti" - a cadavere ancora caldo. Una sorta di specialissima "Agenzia funebre" parallela che, anziché badare al morto, si incarica di trafugare tutte le carte più direttamente riferibili allo scomparso. La borsa che Aldo Moro aveva con sé al momento del sequestro? Mai trovata. Il computer di Giovanni Falcone? Ripulito. L'agenda rossa di Paolo Borsellino? Scomparsa. Il mandato prescinde dal contenuto di ciò che viene sottratto alle indagini. Ma viene eseguito con straordinaria tempestività. In nome, forse, di un "non si sa mai" che sarebbe interessante capire a chi fa capo. Magari un giorno, se scoperti, ci diranno che tutto questo avviene "nel superiore interesse dello Stato", mentre le povere vittime muoiono convinte di averne servito un altro. E' irragionevole supporre che la velocità dell'intervento consegua alla preventiva conoscenza del delitto che sarà consumato? L'efficienza è troppo fulminea per non essere sospetta.
Ho conosciuto la storia di Beppe Alfano grazie a Carlo Lucarelli e al suo programma "Blu Notte". A questo link troverete descritta la vicenda. Mentre qui (è il sito di Sonia Alfano, la figlia) vi sono ulteriori informazioni.
Per quanto mi riguarda, io continuo a ricordare. E a sentirmi vicino a Sonia Alfano.
11 dicembre 2008
SOCIETA'
IO STO CON GIOACCHINO GENCHI.
E' tornata alla ribalta, da qualche giorno, la vicenda delle inchieste sottratte al PM De Magistris. E si è sollevato un preoccupante polverone su tutta la vicenda. Chi ha voluto liberarsi del magistrato scomodo, oggi attacca anche il consulente tecnico cui il PM napoletano ha dato incarico di investigare nell'ambito delle inchieste da lui seguite: Gioacchino Genchi. Il tutto nasce dagli articoli di Giuseppe D'avanzo su "La Repubblica" e Giovanni Bianconi Sul "Corriere della Sera". Secondo i due giornalisti, il Dott. Genchi sarebbe il vero Deus ex machina delle inchieste della procura calabrese. A questo si aggiunga la dichiarazione di Marco Minniti (ministro ombra del Pd). A tutto questo tran tran il Dott. Genchi risponde sul suo blog (il post è stato riportato anche sul blog di Benny Calasanzio, nipote di Paolo Borsellino, e di Sonia Alfano, figlia di un altro degli eroi di questa strana Repubblica: Beppe Alfano) e con un'intervista al GR1 che vi riporto da youtube:
Per chi mi conosce, è inutile ribadire che, alla luce di ciò che ho potuto leggere e vedere, IO STO CON GIOACCHINO GENCHI.
Voglio segnalare, anche, che, con tutta probabilità, su Facebook stanno per prendere corpo iniziative a sostegno di Gioacchino Genchi. Che io sosterrò.
|